Cure Palliative ancora in bilico
Ancora ombre sull’Associazione Cure Palliative che, nonostante raccolga il sostegno e la piena approvazione della comunità cittadina, si trova sempre in bilico, con l’ombra di quella persistente minaccia, avanzata l’anno scorso dai vertici Asl, che avevano programmato di avocare alle proprie competenze un’attività fino ad oggi espressa ad altissimi livelli medico infermieristici e umani dai volontari dell’Associazione stessa. Una massiccia protesta della città ha dissuaso, almeno fino ad oggi, l’Asl ad assumere in proprio un’attività difficilmente imitabile da un apparato che nello svolgere le sue primarie funzioni, denuncia pesanti carenze di medici, infermieri e altri addetti ai servizi, in una situazione che rende sempre più difficile l’erogazione di un’assistenza anche solo sufficiente. Non solo, ma e vivere la situazione dei malati terminali con l’impegno, la generosità e il cuore di un volontariato sempre presente e capace di prestazioni elevate. Un esempio: Anna una ragazza rumena di 22 anni, pur sapendo di morire chiese di cavalcare il mare della nostra città. Grazie ai piloti del porto, Anna riuscì a esaudire questo suo desiderio. Grazie al volontariato Anna e la sua famiglia anziché passare il Natale in ospedale, venne invitata da una famiglia livornese. Chiedo: “Quale istituzione pubblica avrebbe esaudito questi desideri? I vertici Asl e con loro le amministrazioni locali, non hanno compreso come attraverso un sostegno serio e convinto, l’Associazione potrebbe allargare l’orizzonte dei suoi interventi anche ad altri settori che rappresentano situazioni di forte sofferenza, mai risolte con interventi adeguati. Ci sono i bambini ammalati, gli anziani con l’Alzhaimer, una vasta serie di forti disagi sociali che avrebbero la necessità di interventi continui e mirati. Invece, mentre l’Asl continua a non considerare la validità dell’impegno espresso dall’Associazione, il rapporto registra una preoccupante indifferenza, se non ostilità da parte del direttore generale e dei suoi collaboratori. Questa ostilità è espressa anche dal sindaco Filippo Nogarin che, incontrato dal presidente dell’Associazione Cure Palliative e dal consigliere fondatore, Umberto Vivaldi, prima delle elezioni amministrative, aveva affermato il suo entusiastico, completo appoggio all’attività dell’Associazione Cure Palliative ma una volta eletto ha mostrato una incomprensibile ostilità nei nostri confronti, ma soprattutto verso Umberto Vivaldi che pure è stato sempre l’anima della nostra vita associativa, espressa da un’azione continua e instancabile nella raccolta dei fondi e nell’opera di sensibilizzazione della città verso il ruolo fortemente positivo e l’esistenza stessa dell’Associazione. Incomprensibili le sue insinuazioni “sul cosa c’era dietro” le insistenze di Umberto Vivaldi sulla richiesta d’incontro richiesta allo stesso sindaco Nogarin dal maggio 2014, rimasta fino ad oggi senza risposta. Forse i suoi collaboratori legati all’ ancien regime, rimasti con lui, ricordando l’insufficiente intervento nel sostegno alle Cure Palliative e le critiche ricevute, lo hanno mal consigliato, ma il sindaco Filippo Nogarin doveva comprendere, in quanto primo cittadino e responsabile delle condizioni di vita dei cittadini, come le insistenze del consigliere Vivaldi avessero lo scopo di un confronto urgente tra i vertici dell’Associazione Cure Palliative e l’Amministrazione comunale di Livorno, così da compiere insieme una necessaria panoramica sull’attività dell’Associazione e sulla situazione di sofferenza in cui si trovano molti cittadini e non solo i malati terminali. Una panoramica che impegnasse il sindaco Nogarin ad un confronto con i vertici dell’Asl 6, in modo da chiarire le motivazioni che spingono il direttore generale e quindi, la stessa Asl, a disconoscere l’efficienza anche qualitativa di un’assistenza che senza l’esistenza dell’Associazione Cure Palliative, farebbe registrare alla città un’altra pesante carenza e una contrazione di un sistema solidaristico che si basa essenzialmente sul volontariato. Ignorare un’associazione considerata, anche a livello nazionale, un fiore all’occhiello della città, fa pensare che il “cambiamento epocale” del modo di governare Livorno, sia invece l’affermazione gattopardesca del “tutto cambia, affinché niente cambi”.
Francesca Luschi
Presidente dell’A.C.P.
Umberto Vivaldi
Socio Fondatore dell’ A.C.P.
Riproduzione riservata ©