Continuano le grandi manovre tra le BCC Toscane, mentre i lavoratori sono ancora senza CCNL

Se entro la fine dell’anno il sistema “Credito Cooperativo” non riuscirà a varare in autonomia una riforma che tenga conto degli indirizzi dettati da Banca d’Italia e Governo, potrebbe essere il Governo stesso a definirne i contorni. In ogni caso sarà una riforma volta al rafforzamento del Credito Cooperativo, nella tutela dell’identità dello stesso e del ruolo economico e sociale delle banche mutualistiche per le comunità locali.
Nel frattempo molte Banche di Credito Cooperativo anche in Toscana, si stanno già muovendo con fusioni ed integrazioni per farsi trovare più “solide” all’appuntamento epocale che si preannuncia impegnativo sia per gli istituti sia e soprattutto per i lavoratori che, in questo frangente, si ritrovano con un Contratto di Lavoro scaduto da due anni e non ancora rinnovato.

Sul nostro territorio le banche interessate sono la BCC dell’Elba e la BCC di Castagneto Carducci (che hanno ambedue la Direzione nella nostra Provincia) e Banca CRAS e BCC di Cascina (presenti con alcune filiali).

Ad oggi non si conosce ancora il progetto che hanno per se stesse la BCC dell’Elba e la BCC di Castagneto.
Le BCC di Castagneto, di Fornacette e di Cambiano non aderiscono alla FTBCC (Federazione Toscana Banche Cred. Coop.), ma fanno parte del Gruppo Cabel Srl, un polo autonomo da circa 30 anni. Ci chiediamo se Cabel rappresenterà ancora la Holding Capogruppo, oppure rientrerà nell’orbita della Federazione attraverso un avvicinamento a ICCREA – Banca Sviluppo, o se invece ci sarà un avvicinamento alla Federazione del Trentino che sta lavorando in modo autonomo anche a livello contrattuale; e la Banca dell’Elba?
Come sindacato siamo preoccupati per le ricadute occupazionali che questi movimenti di aggregazione all’interno del settore (in analogia alle strategie in atto in ABI), porteranno in termini di duplicazione di sportelli e di lavorazioni, specialmente in quelle realtà già in affanno a livello di bilancio.
Vogliamo ricordare che i lavoratori sono ancora in attesa per il rinnovo del CCNL, scaduto da quasi due anni e che Federcasse (l´associazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) non sembra disposta a rinnovare senza pesanti sacrifici, sia normativi che economici, per i dipendenti del settore. Tra l’altro le BCC aderenti alla Federazione Toscana non hanno ancora pagato il Premio di Rendimento 2014.
Il Sindacato ha fatto le sue proposte con un “documento di sistema”, portato all’attenzione delle controparti nel 2014, per progettare un nuovo modello di banca che vede un ripensamento dell’organizzazione e del ruolo degli operatori, per poter “lavorare tutti”.
Sempre il Sindacato si è fatto promotore del Fondo di Solidarietà e del Fondo per l’occupazione, che favorisce l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro: questi strumenti sono alimentati da contributi dei lavoratori e datori di lavori e si sono rivelati fino ad oggi essenziali per non far ricadere sulla collettività i problemi dei lavoratori del credito.

In questa fase ci sarà l’occasione per far emergere, ove presenti, la qualità, la professionalità e l’interesse sano per le aziende, dei manager che le dirigono e amministrano.

Non vorremmo che invece la riforma sia occasione per riproporre ancora una volta economie di scopo e di scale che poi si traducono in esuberi da far pagare soltanto ai lavoratori.

La FABI, come sempre sarà impegnata nella ricerca delle soluzioni più idonee per la tutela dei colleghi.

Riproduzione riservata ©