Confindustria risponde ad Asa: risposta stizzita, nervi scoperti

La stizzita ennesima replica di ASA conferma indubbiamente che i nervi scoperti della propria gestione sono più di quanti si potesse pensare. Tra l’altro ASA, evidentemente dotata di un’inesauribile vena umoristica, insiste, dalla posizione di monopolista, che sia del tutto normale ripartire sulle bollette degli utenti i maggiori costi sostenuti per la manutenzione delle infrastrutture che ha in gestione. Anche perché, a suo modo di vedere, taluni utenti sono “rei” di non avere “ritirato”(cioè consumato) acqua nelle quantità previste!! Esattamente al contrario di quanto avviene in tutte le aziende “normali”, che operano in concorrenza cercando di compensare i maggiori costi attraverso economie realizzate al loro interno.

Non parliamo poi delle paradossali accuse lanciate da ASA in merito al fatto che il sistema industriale non si sia accollato il rischio di impresa per gli investimenti per la realizzazione di acquedotti a servizio delle imprese. E’ di tutta evidenza, per chiunque si sia occupato di questo spinoso tema, che ASA, anche in questo caso, mostra un deficit di memoria che è opportuno colmare sia in merito al progetto ARETUSA ma soprattutto per quello che riguarda il servizio idrico in Ambito Portuale.

Relativamente al progetto ARETUSA (finanziato al 60% da contributi pubblici!! è bene che si sappia!!) forse ASA non ricorda che il ritiro dei volumi è legato al rispetto delle specifiche dei parametri qualitativi delle acque prodotte e che le imprese, così come sono impegnate nei confronti dei loro clienti dalle specifiche di vendita, altrettanto richiedono ad ASA per la fornitura (comprovatamene scadente) che eroga!

Per quanto riguarda, invece, la situazione dell’acquedotto industriale di Livorno, ASA non ricorda evidentemente che già nel 2007, Confindustria aveva proposto interventi che, oltre a risolvere gli annosi problemi (tra cui rumore e cattivi odori) del depuratore comunale, avrebbero potuto rispondere efficacemente all’esigenza di fornire un servizio effettivamente adeguato alle Imprese in Ambito Portuale ed al sistema industriale più in generale. L’idea sarebbe stata ecologicamente virtuosa perché valorizzava le acque reflue economizzando acque di superficie o prelevate dalle falde.

Inoltre, per venire incontro alle difficoltà finanziarie manifestate da ASA, proponemmo l’intervento di investitori internazionali leader nel settore della depurazione delle acque e disponibili ad investire ; investitori con i quali era stata messa a punto la fattibilità anche in coordinamento con la stessa utenza.

E’ chiaro che l’investitore, assumendosi il rischio di impresa, avrebbe chiesto le dovute garanzie economiche, ma allo stesso tempo, avrebbe fornito garanzie tecniche e qualitative tali da rendere il servizio degno di essere definito tale. La risposta di ASA fu quella di declinare la proposta di disponibilità affermando che sarebbe stata lei stessa ad assumersi l’onere (e l’onore !) dell’intervento.

Bene! Da allora sono passati 7 anni e naturalmente niente di tutto quanto era stato proposto si è minimamente concretizzato!!

Poiché ASA, nelle sue irritate repliche, è prodiga di quesiti per tutti ma molto parca di risposte concrete per gli altri, ci domandiamo cosa sia stato fatto in questi sette anni? Quali sono le attuali garanzie sulla qualità della fornitura (acqua marina in estate e fangosa nella stagione piovosa)? Quali le garanzie in termini di affidabilità del sistema e continuità del servizio (interruzioni e fuori servizio senza giustificazioni)?

Le conseguenze sono state perdite secche di produzione ed inefficienze dei cicli produttivi che, in alcuni casi, hanno messo e stanno mettendo a rischio la sopravvivenza delle Imprese e della relativa occupazione, come annualmente viene documentato all’interno del Bilancio di Sostenibilità che, a proprie spese, pubblicano le aziende chimiche e petrolifere del territorio.

La sola cosa che è stata ben chiara per gli utenti domestici ed industriali è stato l’aumento sistematico delle tariffe imposto da una concessione che risale al 2001 assegnata originariamente ad una società denominata HYDRASA partecipata al 50% proprio da ASA stessa!!.

Di investimenti nel frattempo ne sono stati fatti sì, ma dagli stessi utenti, investimenti necessari quanto improduttivi perché rivolti solo a recuperare l’inefficienza del sistema ed “obbligatori” per sopravvivere.

In questi giorni, ASA ci fa sapere a mezzo stampa che finalmente è pronta ad intervenire facendo quello che avevamo proposto 7 anni fa!

Tentiamo ancora una volta di azzerare le chiacchiere e speriamo di verificare a breve i contenuti e la “cantierabilità” del progetto, in modo da garantire qualità e servizi alle utenze, senza conguagli e soprattutto in un rapporto coordinato per qualificare il territorio.

Confindustria Livorno

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