Coalizioni fra partiti? Livorno Democratica sceglie l’alleanza con la città
È iniziato a pochi mesi dalle elezioni il nuovo tormentone delle coalizioni per le prossime elezioni amministrative, altolà, distinguo, condizioni, programmi calati dall’alto, uniti sì, uniti no sono le parole d’ordine. Livorno Democratica è aperta a tutto e al confronto con tutti, ma apparentemente nessuno si chiede cosa vogliono veramente gli elettori: un rinnovamento. Ma non quello finto, gattopardesco, del cambiare tutto per non cambiare nulla. Non ci convince chi vuol cambiare tutto. Eppure la domanda di rinnovamento espressa dai cittadini non è un messaggio che riguarda una sola parte della politica, investe tutti. C’è una difficoltà nella sinistra a capire cosa è avvenuto negli ultimi vent’anni: da un lato l’invenzione berlusconiana della politica come marketing; dall’altro il bisogno delle persone da uscire dalle logiche delle consorterie, delle clientele. Ci sono forme di consenso sociale che si stanno sgretolando sotto i colpi della crisi, che crea nuovi bisogni e dà voce a nuove rappresentanze che quei bisogni cercano di intercettare. Dobbiamo uscire fuori dalla logica di chi soffoca il merito a danno dell’individuo e dell’iniziativa culturale, economica, sociale per omologare ogni cosa nel grigiore dei riti delle sacrestie della politica. La crisi della città e in particolare la mancanza di lavoro non si risolve con i posti all’interno delle partecipate, del comune o dell’ASL. Serve più iniziativa privata, quindi occorrono degli strumenti urbanistici aggiornati. Serve il piano Strutturale e quindi serve che il Consiglio Comunale si esprima sull’adozione della proposta di piano. Serve che l’imposizione fiscale sulle aree produttive diminuisca, che si semplifichino per quanto possibile a livello locale le pratiche amministrative per le imprese.
Al contrario leggiamo di richieste di blocco del Piano Strutturale, di ritorno indietro su decisioni già prese sul Nuovo Ospedale. E il Termovalorizzatore di ambito che fine ha fatto visto che era stato posto al centro di una conferenza programmatica cittadina? Ed al tempo stesso leggiamo di alleanze. Ma su quali contenuti? Si rimanda tutto a dopo le elezioni? Difficile pensare di esportare modelli politici dal centro alla periferia. Specialmente quando in periferia le forze che dovrebbero incarnare quel modello sono forze scoordinate tra loro. È sufficiente osservare le votazioni sugli atti deliberativi in Consiglio comunale negli ultimi due anni per comprendere quanta contraddizione ci sia tra centro e periferia su quel modello politico di Toscana Democratica. Non servono cartelli elettoralistici, che hanno già manifestato tutta la loro litigiosità. Serve una alleanza con la Città, con i cittadini su programmi precisi per lo sviluppo e con una classe dirigente che sappia assumersi le responsabilità di governo e sappia sostenere lo sviluppo. Uno sviluppo sociale, culturale economico che va preparato oggi, però, non rimandato a domani.
Marco Ristori Portavoce Livorno Democratica
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