Cna: Se l’indotto si ferma sarà emergenza spazzatura

“La vicenda di Aamps ha del grottesco soprattutto per le aziende fornitrici che già tanto hanno rimesso e stanno rimettendo per far rimanere a galla la municipalizzata e che stanno continuando a mantenere il livello di servizio. Il Comune di Livorno, unico vero garante per Aamps deve dire subito in modo chiaro e preciso quando l’azienda pagherà i debiti vecchi e nuovi nei confronti dei fornitori”: per Dario Talini, coordinatore sindacale di Cna Livorno, non ci sono quindi se o ma.
“Non ci interessano le beghe di potere e di palazzo, od il valzer di amministratori d’azienda o pseudo tali: ci interessa solo avere chiarezza: oltre che un dovere per l’amministrazione comunale, è anche una questione di rispetto per tutte quelle aziende cui l’allora incaricato del Comune Angelo Rosi, chiese un sacrificio pesante in cambio di promesse che poi non sono state mantenute.
Il flusso dei pagamenti sul debito pregresso e sul corrente – continua Talini – dopo pochi mesi iniziò ad andare a singhiozzo, per poi arrestarsi: adesso siamo fermi alla rata di marzo per il pregresso ed al pagamento del corrente scaduto a dicembre; è correttezza questa? È affidabilità? È una buona gestione della cosa pubblica? Eppure le aziende dell’indotto, hanno continuato a svolgere il proprio lavoro, senza far mancare i propri servizi, evitando quindi che la città piombasse in una emergenza spazzatura; ma adesso tutto è diverso: serve quella chiarezza necessaria a mantenere in essere la fiducia da chi deve avere i soldi e non li ottiene, ed allo stesso tempo gli viene chiesto di continuare a lavorare e di pagare una Tari che è alle stelle, soprattutto con l’ultimo aumento che ha toccato punte del 20%! Eppure stiamo parlando di piccole e medie aziende livornesi, che danno lavoro a centinaia di famiglie livornesi: sembra che questo non interessi al Comune, che questi livornesi abbiano dignità inferiore rispetto ai dipendenti Aamps”.

“Ci auguriamo – aggiunge il direttore della Cna Marco Valtriani – che le scelte che verranno prese tengano ben conto di questo: non c’è da salvare solo la barca di Aamps come fu tentato da Rosi, ma c’è da pensare al futuro di una intera filiera produttiva e di servizi cui è già stato chiesto troppo e dato poco. C’è bisogno di un piano di rientro per l’immediato e di un nuovo piano industriale degno di questo nome che dia ad Aamps un futuro certo permettendo inoltre di ridurre il costo del servizio e quindi la Tari. C’è bisogno –conclude il direttore Cna – che l’amministrazione comunale si apra al confronto sistematico (cosa al momento scientificamente evitata) per individuare obiettivi e soluzioni condivise, assumendo il ruolo di guida e di interlocutore affidabile. Il rischio di far piombare la città nell’emergenza spazzatura ormai è davvero questione di poche ore”.

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