Cna: scuole sporche? E’ il risultato degli appalti

Il caso deplorevole delle scuole sporche, dovrebbe servire da lezione a tutte le amministrazioni locali che si affidano al metodo Consip per aggiudicare gli appalti dei servizi alle strutture pubbliche”: così il direttore provinciale della Cna Marco Valtriani commenta la questione emersa con clamore in questi giorni sulla stampa relativa alla situazione di degrado igienico e di pericolosità per la sicurezza degli alunni, per le problematiche incontrate dalla ditta esecutrice. “Quando si sceglie la via unicamente del massimo ribasso tramite il meccanismo del Consip cosa ci si illude di ottenere? Lo stesso servizio a minor costo? Per chi non lo sapesse (ma gli enti locali lo sanno benissimo), il Consip nasce per far risparmiare le amministrazioni pubbliche nell’acquisto essenzialmente di forniture di prodotti: devo acquistare la carta da fotocopie per tutte le scuole, otterrò molto più facilmente un prezzo più vantaggioso con una gara nazionale che soltanto locale dato che il prodotto è quello; il metodo Consip è stato applicato anche agli appalti dei servizi, delle manutenzioni e dei lavori, in cui però la gara può celare pericolosissime insidie in termini di qualità, contratti applicati ai lavoratori, sicurezza degli stessi, tempi di esecuzione ecc.
Se le strutture statali (ministeri, Asl, enti statali…) sono obbligate per legge a passare dal Consip, non lo sono affatto gli enti locali per i servizi che hanno in gestione: sono obbligati ad avere come riferimento per le proprie gare i prezzi Consip, ma possono appaltare i servizi in autonomia. A nostro giudizio questa è la via da percorrere perché inseguire unicamente il massimo ribasso non può che portare ad un decadimento della qualità dei servizi, ancor di più se la “testa” delle aziende esecutrici non è del territorio ma risiede chissà dove: le nostre aziende perdono le gare e poi, se va bene, sono costrette a lavorare in subappalto a condizioni nettamente peggiori. Non è così che si fa il bene della collettività – conclude Valtriani – conosciamo bene le ristrettezze cui gli enti locali sono costretti (e la Cna a livello nazionale ha più volte richiamato il Governo su questo), ma quel poco che c’è può essere ancora ottimizzato ed il Consip non è assolutamente la strada giusta, né per la qualità del servizio, né per le problematiche di lavoro che ci sono nel territorio. Cna chiederà che venga modificata anche la normativa che disciplina il ricorso al Consip e si auspica che anche gli enti pubblici facciano altrettanto per evitare simili disservizi ai cittadini

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