Cna: “Non possono scaricare all’indotto il compito di fare macelleria sociale”

Cresce la tensione per l’assenza di risposte da parte di Aamps e del Comune Domani nuova assemblea dei creditori in Cna alle ore 21.00

“La tensione e la preoccupazione fra le aziende dell’indotto Aamps ed i loro dipendenti, sta crescendo, perché aumenta la convinzione di essere ritenuti l’anello debole della catena, l’unico ambito su cui sia ritenuto lecito dall’amministrazione comunale fare macelleria sociale”. Così il direttore della Cna Marco Valtriani descrive lo stato d’animo di imprenditori e dipendenti dell’indotto a pochi giorni dall’assemblea di Aamps.
“Dopo esserci incontrati nei giorni scorsi con l’amministrazione comunale e con il presidente della municipalizzata, ed aver illustrato loro la ferma intenzione delle imprese di bocciare una eventuale proposta di concordato preliminare perché a danno unicamente dei loro crediti, aspettavamo risposte alle controproposte avanzate: la disponibilità data dalle imprese ad una nuova moratoria – continua Valtriani – è un grosso passo in avanti fatto dalle imprese, che solo degli sprovveduti potrebbero considerare scontato ed indolore per le stesse aziende, già costrette a pesanti indebitamenti per far fronte ai mancati e ritardati pagamenti da parte di Aamps.
Siamo nuovamente piombati nel regno del silenzio, nonostante siano chiaramente emersi spazi per decisioni diverse dal concordato preliminare, l’unica strada che vedrebbe nelle imprese dell’indotto l’agnello sacrificale, la scelta più facile da intraprendere per il socio di Aamps perché sposta il problema all’esterno dell’azienda e del comune, lasciando la macelleria sociale alle imprese. Troppo facile da decidere, ma non altrettanto facile da portare a termine perché il Giudice, qualora dovesse accogliere la domanda, si troverebbe sicuramente di fronte ad un secco no da parte dei creditori.
Domani sera (giovedì 10) alle 21 qui in Cna, avremo una nuova assemblea aperta a tutte le imprese dell’indotto: ad oggi abbiamo la certezza di 15 “no” per un controvalore in crediti di 5 milioni di euro. Saranno le imprese a valutare i possibili scenari di una situazione debitoria che, è bene sottolineare, è andata pesantemente ad aggravarsi nell’ultimo anno di gestione.
La tensione cresce insieme alla convinzione che si stia giocando una partita più politica che di merito; si sentono le cose più assurde da parte di politici locali, regionali e nazionali, molti dei quali conoscono Livorno solo per sentito dire e non capiscono i danni che certe scelte possono produrre al tessuto sociale della città. Alle imprese non interessa la gara che si è scatenata a cercare e dare responsabilità a questo o quel partito o movimento: l’unica cosa certa è che le imprese sono estranee a qualsiasi responsabilità sul caso Aamps, elemento inconfutabile a qualsiasi livello politico, locale, nazionale ma anche europeo e mondiale se ce ne fosse bisogno! Confidiamo ancora dunque – conclude Valtriani – che il sindaco ripensi le scelte che sembrano ormai fatte: noi siamo pronti ad un nuovo confronto per progettare insieme un nuovo approccio ai temi ambientali nel loro complesso in questo territorio; il futuro di Aamps può essere scritto con le imprese dell’indotto e non con il loro sangue”.

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