Cisl Fp: facciamo chiarezza sulla sanità livornese

“È di pochi giorni fa la pubblicazione del rapporto del laboratorio MeS della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa sulla performance sanitaria Toscana dalla quale emerge un dato pessimo per la sanità livornese” esordisce la segretaria CISL FP di Livorno.
Dall’ analisi di questi dati e di altri di fonte aziendale si può dare una lettura sull’andamento della sanità livornese, su coloro che l’hanno governata in questi ultimi anni e su quali potrebbero essere le conseguenze per il prossimo futuro.
“Lo stato di salute delle strutture, si prosegue nel comunicato, è sotto gli occhi di tutti “ e non ci sarebbero commenti se non fosse che le risposte date dai dirigenti della ASL6 che hanno risposto al questionario del MeS sono in netto contrasto con la realtà che è sotto gli occhi di tutti, operatori e utenti. Manca inoltre un dato sui costi.
Gli stessi dirigenti ritengono però di non essere supportati da dati ed informazioni dal controllo di gestione e non supportati da esso e l’indicatore finisce nella parte rossa del bersaglio, cioè tradotto in linguaggio “umano” lo stato di salute è pessimo.
I dipendenti tutti si dicono scarsamente coinvolti nelle decisioni che riguardano l’organizzazione, pianificazione del lavoro e scarsamente coinvolto nelle decisioni e sulla chiarezza delle direttive, e questo è altro grosso risultato negativo e potenziale problema della sanità livornese.
Dati interessanti riguardano la spesa:
La spesa farmaceutica per i pazienti in regime di ricovero si attesta sopra la media regionale , altro dato negativo per il governo della spesa farmaceutica e dispositivi. Risulta però, sempre dal dato Mes, che di fronte ad una media regionale di spesa per i dispositivi di 88,31 Euro per giornata di degenza, a Livorno si spende 50,46 Euro. Mentre di fronte ad un costo sanitario pro-capite che per la Toscana è di 1921 Euro a Livorno il costo pro-capite è di 1650 Euro . Questo costo illustra il valore della prestazione erogata dall’Azienda ad i propri assistiti.
Quindi viene da pensare che si spende meno per assistere il paziente ma di più della media toscana per i farmaci.
Altro dato negativo riguarda la soddisfazione degli utenti sul pronto soccorso. Il pronto soccorso è la porta di ingresso per il soddisfacimento dei bisogni di salute ospedalieri del cittadino e per questo, punto strategico dell’azienda. Proprio per questo negli ultimi anni si sono succeduti primari e coordinatori anche a scavalco e tutt’ora è presente un primario facente funzioni. La dotazione organica è completa solo sulla carta ma non nella pratica per lunghe assenze a vario titolo. Per ultimo da far notare che dalla sua apertura nel febbraio 2006 è stato modificato più di una volta con costi non irrilevanti sulle spese a bilancio.
Altra nota dolente riguarda le assenze del personale. Sicuramente i dati sulle assenze saranno veri e per altro comprende al proprio interno infortuni, lunghe malattie, scioperi ed altro. Non si dice che dal 2010 al 2014 i lavoratori del comparto ( infermieri,OSS , tecnici di radiologia, di laboratorio, fisioterapisti, ostetriche, amministrativi,ecc) sono passati da 3457 a 3259, e che nello stesso anno di riferimento dello studio del MeS (2013) le ferie residue del personale ammontano a circa 140.000 (centoquarantamila) giorni.
Se a tutto questo si aggiunge che la parte territoriale non è mai stata potenziata ( casa della salute in primis) è facile capire come si abbiano liste di attesa, potenziale aumento del rischio clinico, cittadini insoddisfatti e diritto alla salute azzoppato.
Una gestione miope e approssimativa della macchina della sanità pubblica livornese, ed una scarsa considerazione per la stessa da parte della regione che pare si stia organizzando per portare la sede della USL unica a Pisa stanno mettendo a rischio il diritto alla salute dei cittadini livornesi di cui i dipendenti della Usl pagheranno un prezzo doppio come lavoratori e come cittadini.
E per ultimo la beffa, conclude la segreteria Cisl FP di vedersi additare come gli ultimi della classe, a causa di dirigenti che non hanno saputo governare un bene pubblico ed essenziale come la salute.

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