Cgil Sanità: a Livorno il sindaco è di tutti?
Il sindaco di Livorno ha dimostrato di non essere il sindaco di tutti: per una questione importante come la sanità non ha incontrato le confederazioni sindacali maggiormente rappresentative, facendo proprie, piuttosto, le posizioni di sindacati autonomi minoritari.
Così la confederazione della Cgil di Livorno risponde al sindaco Nogarin e al Fials “Dal 25 novembre 2014 – dice Franca Taddei, responsabile politiche sociali e sanità – abbiamo inviato la nostra piattaforma unitaria riguardante la sanità e richiesto al sindaco un incontro senza ricevere alcuna risposta”. La Cgil esprime la propria contrarietà alla scelta del primo cittadino di impedire la costruzione del nuovo ospedale “Pur contrari prendiamo atto – prosegue Taddei – Ora il sindaco si assuma le proprie responsabilità e richieda con forza i finanziamenti necessari a tenere aperto il nostro ospedale, già riconosciuto dal decreto Balduzzi e dal piano sanitario regionale, un ospedale di secondo livello, in quanto serve una platea di oltre 150 mila utenti”.
I tempi di attesa nei Pronto Soccorso, poi, sono un problema di tutta la Provincia “Le file sono lunghe – sottolinea la segretaria – in quanto, sul territorio, non sono reperibili modelli della gestione delle cronicità che, in teoria, sarebbero in capo ai medici di medicina generale. Il taglio indiscriminato dei posti letto degli anni scorsi ha liberato risorse che sono state utilizzate per pareggiare i bilanci delle Asl, piuttosto che investite in posti per le cure intermedie e nell’assistenza domiciliare”. La mancanza di politiche sanitarie territoriali non è da imputare alla sola Asl “C’è una responsabilità colpevole degli Enti Locali – attacca Taddei – particolarmente del sindaco di Livorno, presidente della conferenza dei sindaci provinciale, che ha come compito la stesura del Piano Attuativo Locale, atto di programmazione e indirizzo delle politiche sanitarie. Non sono stati fatti i passi necessari, quindi, per la creazione di case della salute, per l’attivazione di servizi per le cure intermedie e la sanità d’iniziativa, passi necessari per evitare accessi impropri al Pronto Soccorso”.
Per quanto concerne i tempi di attesa, la Cgil è fermamente contraria alle convenzioni con i privati “Sono state investite ingenti risorse nella tecnologia che, negli ospedali, giace sotto utilizzata – spiega la confederazione – nella nostra piattaforma abbiamo proposto un servizio di diagnostica anche h 24, legato naturalmente a nuove assunzioni e, per quanto concerne l’intensità di cura, siamo convinti che sia un buon modello per dare risposte ai cittadini anche se penalizza i primariati”.
La diagnostica è un buon investimento anche per evitare le fughe “Una diagnostica rapida e un buon orientamento del paziente – conclude la Cgil – limiterebbe certamente le fughe e porterebbe risparmi alla stessa azienda, senza contare che la riduzione del numero delle ASL risolverebbe in parte questo problema e garantirebbe risparmi sulle figure apicali”.
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