Caro sindaco scegliere il privato è bello non è negativo
Si legge in questi giorni, riguardo al mancato albero di Natale in Piazza Grande, della impossibilità da parte del Comune di posizionare il solito albero in piazza Grande per mancanza di fondi. Si legge poi sempre sulla stampa locale, di cui occorre fare sempre la giusta tara, che il Comune avrebbe avuto un ripensamento e non escluderebbe un intervento economico da parte di qualche partner privato.
Notiamo in questa apertura, una specie di ultima spiaggia a cui rivolgersi solo in momenti estremi e solo qualora non vi siano altre possibilità. Siamo già stati abituati in questi …ultimi 60 anni di monocolore e monocultura, alla demonizzazione della Impresa e del profitto a priori, preferendo a tutti i costi le partecipate statali, le cooperative, le municipalizzate ed ogni macchinosa struttura che portasse ogni iniziativa sotto stretto controllo dell’ente pubblico escludendo, anzi non considerando, il privato anche quando erano evidenti i vantaggi ed i meriti. Con il brusco passaggio delle ultime amministrative ci aspettavamo quella pacifica rivoluzione in termini di assetto pubblico, con l’apertura verso nuovi modi di considerare “la cosa pubblica” senza se e senza ma, ed invece notiamo ancora titubanza e preconcetti. Per carità ,il problema dell’albero è l’ultimo dei problemi di Livorno, ma vogliamo cogliere l’opportunità per spronare l’attuale amministrazione Comunale ad avere più coraggio e lungimiranza nel vedere che lo sviluppo vero della città non può non considerare, in ogni settore, quella moltitudine di soggetti che da sempre operano nei settori vitali della città e che forse possono, anzi sicuramente debbono, avere possibilità di dare suggerimenti sulle modalità di sviluppo nei rispettivi settori di appartenenza. L’Industria, il Porto, il Turismo, la Cultura, l’Urbanistica, lo Sport e il c.d. terzo settore, sono rappresentati in città da soggetti che da sempre, faticosamente, hanno portato avanti i propri ambiti, lottando con un Comune che voleva arrogarsi il diritto della competenza su tutto senza mai eccellere in nulla. Cerchiamo finalmente di coinvolgere gli attori principali dei vari settori della città per avere da loro consigli su ciò che sembra più giusto, senza preconcetti o preclusioni. Questo non vuol dire cedere il controllo, anzi, il Comune deve essere garante della regole e attento vigile della politica programmata ma non deve avere paura del privato, perché troverà persone che per storia professionale potranno dare il consiglio giusto. In un momento così delicato per le finanze dei Comuni, l’apertura, specie economica verso i privati non va vista come ultima spiaggia, ma come valida alternativa perché come dicevo “privato e’ bello”.
Associazi0ne “Esserci”
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