BuongiornoLivorno: su accordo di programma serve chiarezza

Allo stato attuale, l’Accordo di Programma si sta profilando come un commissariamento. Se non addiritura come un vessillo che Rossi e il Pd hanno innalzato nel loro spregiudicato incedere verso la prossima tornata elettorale. Al netto degli auspici, la riunione di III commissione alla presenza el Sindaco e dei lavoratori ex TRW (ma c’erano, nella folla, operai di tutte le principali vertenze occupazionali degli ultimi anni: Delphi, SMI, MTM) ha messo in chiaro che il Comune e quindi la città in esso rappresentata gioca un ruolo marginale nella partita sul futuro di Livorno, che sta piuttosto nelle mani di Roma e Firenze. Abbiamo insistito da subito sul rischio che, a norma di legge, la dichiarazione di area di crisi complessa comporta in termini di sovranità delle scelte sul territorio. E sull’esigenza che il Comune di Livorno si sedesse al tavolo approntato dal Ministero con idee chiare e progetti precisi, capaci se necessario di forzare uno schema (quello adottato per Piombino) che mal si adatta a una realtà come la nostra, che, per garantirsi una sopravvivenza, ha bisogno di diversificare il suo tessuto economico. Ben vengano gli investimenti sul porto, a cui riconosciamo un ruolo chiave, ma Livorno non è solo un porto. Forse lo è se vista da Firenze o da Roma, ma non dalla prospettiva ravvicinatissima da cui la vediamo noi. La marginalità del ruolo del Comune di Livorno a cui il Sindaco ha, tra le righe, fatto riferimento ieri in Commissione ci preoccupa e suscita molte domande: quali valutazioni di redditività stanno alla base degli investimenti previsti? Esistono valutazioni delle loro ricadute in termini occupazionali? La prospettiva nazionale o regionale sulla crisi del nostro territorio coincide con quella delle migliaia di lavoratori e lavoratrici disoccupati (circa 30.000) e di quelli a cui, a breve, scadranno gli ammortizzatori sociali? Oppure si preoccupa solo di ottenere aumenti di traffici e di conseguente ricchezza senza valutare l’aspetto, cruciale, della sua distribuzione? La ricchezza di un Paese può aumentare, ma non per questo aumenterà quella della maggioranza dei suoi abitanti, e la crisi attuale, che ha arricchito e sta arricchendo un’esigua minoranza stimata dagli economisti intorno all’1%, lo conferma. Invitiamo il Sindaco a mettere a disposizione del Consiglio Comunale tutti i documenti che possano permettere alla città che vi è rappresentata di far sentire la sua voce, di opporsi al rischio che anche questo investimento statale finisca per essere, al pari di altri che lo hanno preceduto, strumentale a interessi privati anziché a quello generale. Chiediamo altresì al Presidente Rossi e a Gianfranco Simoncini di mettere a disposizione dello stesso Consiglio gli atti preliminari contenenti i dati sulla base dei quali è stato richiesto il riconoscimento di area di crisi complessa per la nostra città e di fare chiarezza sulle fonti di credito e sui privati eventualmente coinvolti nell’operazione. Livorno ha bisogno di quei soldi, ma ne ha ancora di più di spenderli bene.

Gruppo Consiliare e Direttivo di BuongiornoLivorno

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