Buongiorno Livorno: I soldi? Solo proclami
Livorno, è ormai noto a tutti, sta attraversando una grave crisi economica e sociale. Le tendenze negative, per quanto politicamente leggibili già da alcuni anni, sono state evidentemente sottovalutate, tanto dalla classe dirigente della nostra città quanto dagli organi di informazione. Buongiorno Livorno nasce, non a caso, a ottobre del 2013, sia per denunciare lo stato di crisi irreversibile della città e l’inadeguatezza di chi fino allora l’aveva governata e gestita sia, e soprattutto, per tracciare una via d’uscita e di cambiamento. Perché è giusto mettere realisticamente a nudo la cruda realtà ma è altrettanto giusto, se non di più, indicare prospettive di rilancio e rinascita. Comprendiamo bene, quindi, la necessità di dare notizie positive e rassicuranti da parte dei vari attori che incidono sulla scena politica cittadina, da chi prova a riprendersi la città dopo la batosta delle amministrative 2014 fino alla stampa. Prendiamo ad esempio il modo in cui sono narrati gli ormai mitici finanziamenti salvifici del Governo, che l’attuale Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi avrebbe garantiti per Livorno: a dare credito a tutte le cifre riportate nell’articolo “Il governo finanzierà la Darsena Europa”, uscito sulla stampa il 20 febbraio scorso c’è quasi da fare festa.
Certo è comprensibile che Rossi, attuale Presidente in scadenza e prossimo alla seconda candidatura alla Regione Toscana (a maggio si vota), lanci dal suo profilo Facebook promesse e proclami: molto meno comprensibile, e ancor meno ammissibile, che lo faccia dalle pagine di un quotidiano. Se c’è una cosa di cui Livorno non ha bisogno sono i facili proclami. La situazione è difficile, i problemi complessi. Così come sono complesse, nel caso specifico, le varie fonti di finanziamento. Sarebbe utile in questo senso ricevere informazioni certe e dettagliate proprio sui famosi soldi, come sarebbe utile riflettere sul fatto che gli accordi non bastano a dare risposte immediate e tangibili a una città in crisi. A Gioia Tauro, città con un contesto per molti versi simile al nostro, già dal 2010 è stato stilato un accordo di programma (per quanto diversa sia la cornice normativa in cui va inquadrato): anche in quel caso erano stati promessi soldi certi. Fatto sta che, a distanza di cinque anni, questi famosi soldi non sono arrivati (vedi il recente articolo in merito del “Messaggero Marittimo”). Proprio in questi giorni è probabile che vengano finalmente sbloccati: ma intanto i cinque anni sono passati. Cinque anni, la stessa durata – ad esempio – del mandato di un Presidente di Regione.
Direttivo #BuongiornoLivorno
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