Buongiorno Livorno: lungomare, cemento disarmato e altre storie

Il nostro lungomare può essere considerato il cuore della città marittima: è un patrimonio della comunità sotto il profilo ambientale, storico, paesaggistico, culturale, economico, sociale e architettonico, e dovrebbe essere oggetto di politiche integrate e sostenibili per mantenerne i valori, preservane l’integrità e favorire la convivenza tra i vari modi in cui viene frequentato e vissuto.
Tutto il lungomare è sottoposto, dal 1948, a vincolo paesaggistico in quanto “ZONA LITORANEA NEL COMUNE DI LIVORNO NEL TRATTO CANTIERE NAVALE O.T.O. – RIO ARDENZA CON ESCLUSIONE DELLA PARTE COSTIERA OCCUPATA DALL’ACCADEMIA NAVALE”.
Tale decreto definisce la fascia urbana costiera di “notevole interesse pubblico, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, ed è, quindi, sottoposta a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa”.
Oggi, in base al decreto 42/2004 “codice beni culturali”, il nostro lungomare (in attuazione dell’art. 9 della Costituzione, in base al quale “la Repubblica tutela e valorizza il patrimonio culturale in coerenza con le attribuzioni di cui all’art. 117 della Costituzione”) è tutelato, proprio perché “tutela e valorizzazione del patrimonio culturale” concorrono a “preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e a promuovere lo sviluppo della cultura”.
La mancata assunzione dell’impegno, da parte delle amministrazioni locali, a trattare un bene così delicato e ricco di storia è andata di pari passo con la mancata volontà, da parte degli enti preposti alla sua tutela, di prendersi cura di tale patrimonio. Progetti che non hanno puntato alla partecipazione dei residenti hanno consentito tutta una serie di interventi che, nel tempo, hanno compromesso, e continuano a farlo, il nostro lungomare e il suo valore.
In parole povere:

– cementificazione (si pensi alle cosiddette baracchine) e interventi sconsiderati;
– asfaltatura del viale Italia lato mare;
– edificazione direttamente sul mare (Scoglio della Regina e capannone Azimut Benetti);
– progressiva distruzione del paesaggio storico con sradicamento di alberi e piantumazioni sbagliate;
– distruzione di tanti manufatti in pietra, come piccole panchine e bordature di aiuole;
– eliminazione di giardini e piazze per far posto a parcheggi asfaltati, cui vanno aggiunte le troppe aree in concessione, vera terra di nessuno.

Il lungomare sembra davvero oggetto di mire e ambizioni di tutti gli amministratori pubblici, che con le loro scelte hanno compromesso in passato e al presente, e rischiano di compromettere definitivamente in futuro, un ecosistema fragile e delicato.
Le potature eseguite in questi ultimi giorni sembrano l’ennesimo intervento scollegato da qualsiasi visione armonica complessiva, che, in mancanza di uno strumento d’intervento conservativo e di restauro del verde e dei giardini, ha come unico riferimento il regolamento del verde generale. Un po’ poco, visto il bene vincolato e la localizzazione costiera.
Vorremmo che, nelle sedi opportune, si approfondiscano e chiariscano le procedure messe in atto, la loro applicazione e l’interpretazione del regolamento e degli altri strumenti urbanistici vigenti (PRG e PIT paesaggio), sia su aspetti di merito come le problematiche specifiche legate al restauro dei giardini del lungomare, sia sul ruolo ambientale ed ecologico della vegetazione e delle alberature, sia sul problema dell’aerosol marino, della salvaguardia della costa e altro.
Indipendentemente dalle polemiche riteniamo indispensabile interrompere un simile modus operandi e prendere quanto prima provvedimenti che tengano conto di alcuni punti fermi:

– stop a qualsiasi cementificazione in tutta l’area vincolata, costa e porticcioli compresi;
– limitare gli interventi al ripristino del verde e dei manufatti esistenti;
– dichiarare definitivamente il lungomare patrimonio da tutelare e conservare per le future generazioni;
– stabilire l’obbligo di consultare la comunità prima di qualsiasi eventuale intervento futuro.

Gruppo Urbanistica di #BuongiornoLivorno

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