Buongiorno Livorno chiede lo sciopero generale

A Livorno è in ballo la tenuta economica e sociale di tutto il territorio. Fatta salva la specificità di ogni singola vertenza (Eni, Trw, Cooplat, Mtm, People Care e, a ritroso, Delphi, Trelleborg etc), avvertiamo la necessità che sia riconosciuto la stato di emergenza che tutta l’area livornese vive da anni, e che adesso sembra arrivato a un punto di caduta. Avvertiamo il bisogno che, accanto allo sforzo delle istituzioni e della politica locali di costruire un fronte unico per fare pressione a livello regionale e nazionale, tutta la città si mobiliti per manifestare solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici che- a fronte di una buona produttività, di alta qualità delle lavorazioni, di puntualità nelle consegne e di bilanci di stabilimento in attivo- si trovano assurdamente a perdere il posto di lavoro per logiche che niente hanno a che vedere con gli interessi della collettività. Quella che stiamo vivendo non è la crisi di oltre 1000 famiglie: è la crisi di una città intera. Avete idea delle ricadute che un’ulteriore impennata della disoccupazione avrebbe sui consumi, sul commercio, sulla spesa sociale? Avete idea di chi sarà il prossimo della lista, la prossima azienda a entrare in crisi o a delocalizzare? Dove saranno reimpiegate le migliaia di persone che hanno perso il lavoro in questi anni se spariscono tutte le realtà produttive? Per questo chiediamo una mobilitazione collettiva: oltreché per solidarietà, per autodifesa. E per questo chiediamo ai sindacati di convocare, per mercoledì 29 ottobre, giorno in cui è in programma la trattativa in cui, a Roma, si deciderà il futuro dei lavoratori e delle lavoratrici TRW, un sciopero generale di tutta la città. Contestualmente chiediamo a tutti gli organi intermedi e, prima di tutto, alle forze rappresentate in Consiglio Comunale, di impegnarsi, di accettare la sfida che la situazione attuale pone: quella di mettere alla prova la propria capacità di mobilitazione sociale e culturale in vista di quella data e di quello sciopero. La frase forse più abusata della nostra Costituzione recita che l’Italia è una repubblica “fondata sul lavoro”: riconosce cioè il ruolo che il lavoro, come mezzo di emancipazione dallo stato di necessità materiale, ha avuto storicamente nell’affermazione della democrazia. Senza lavoro non c’è democrazia, quindi. Non c’è libertà. Di conseguenza, ogni attacco al lavoro, specie uno di queste proporzioni e di questa violenza, è un attacco alla democrazia e alla cultura dei diritti che abbiamo costruito in anni di lotte e sacrifici. Questo non possiamo accettarlo. E per questo dobbiamo far sentire la nostra voce. Dobbiamo risvegliare e in alcuni casi ricostruire l’opposizione sociale e culturale alla logica “Ognuno per sé e il Mercato per tutti” e cominciare a progettare modi di produzione e di vita diversi e più umani. Dobbiamo riscoprire il senso del mutuo soccorso e della collaborazione in difesa della dignità di ogni persona e di ogni lavoratore dalla prepotenza dei grandi interessi privati. Dobbiamo difendere il senso delle parole di uguaglianza e libertà che hanno fondato la nostra democrazia e che ancora aspettano di essere realizzate in pieno. Per tutto questo e per molto altro ancora, dobbiamo scioperare.

Il Gruppo Consiliare e il Direttivo di Buongiorno Livorno

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