In bici nei Fossi, firmate la petizione online. E Giannini (Sel) porta il caso in Consiglio: ‘Progetto geniale’

come di consueto potete consultare il link alla fotogallery in fondo all’articolo

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Pedalare nei Fossi. L’idea è di un livornese, Alessandro Petta, che in una lunga lettera-sfogo inviata alla nostra redazione spiega le ragioni che gli hanno impedito di sviluppare e attivare il progetto di un tour nei fossi con la bicicletta acquatica. Il caso finisce anche sui banchi della politica cittadina grazie alla richiesta di audizione formalmente depositata dal consigliere di Sel Lamberto Giannini. “Rimango stupito dalla risposta normativa e burocratica data dalla capitaneria di porto nei confronti di un progetto geniale come quello della bici nei fossi – spiega il professor Giannini-  che meriterebbe di essere incentivato e sostenuto per questo chiedo un’audizione dei vertici della capitaneria in commissione consiliare per comprende le ragioni della risposta negativa”.

La lettera-sfogo – Sarei curioso di sapere se i miei concittadini sono a favore o meno di un progetto che presentai lo scorso anno in Comune, in Autorità Portuale e in Capitaneria di porto, giusto cosi per avere un’idea se ne vale la pena lottare in una città che taglia di netto le gambe a i giovani con nuove idee. In giro si sente tanto parlare di questi giovani che non hanno voglia di lavorare i cosi detti “neet”, bamboccioni, e via dicendo. Un certo Helkan pochi giorni fa ha affermato che i giovani non trovano lavoro perché non lo cercano e preferiscono stare sul divano. Io non credo proprio che si possa affermare tutto ciò quando su una mia esperienza personale mi hanno sbattuto la porta in faccia, a mio avviso solo perché le nuove idee richiedono impegno nel realizzarle. Uno può avere milioni di idee, ma se il sistema non ti appoggia nel realizzarle è tanta fatica sprecata. Lo scorso anno presentai questo progetto che poteva dare un nuovo tocco alla città e al centro storico. La mia idea era di utilizzare queste sicurissime biciclette acquatiche (inventate e brevettate dal grandissimo ingegnere Roberto Siviero) per realizzare un giro turistico accompagnato su i fossi medicei, alla scoperta, su un mezzo totalmente ecologico,stravagante e innovativo le tante bellezze della nostra città. Vedi ad esempio le Fortezze, la Venezia, pedalare sotto piazza della Repubblica scorgendo angoli di città per lo più sconosciuti a i tanti. Questo kit esiste da molti anni ed ha superato alla grande ogni tipo di test di affidabilità in acqua, provate in ogni tipo di condizione dalla casa costruttrice e da me medesimo. Premetto che il Comune e l’Autorità mi hanno seguito, per quanto hanno potuto, in questo percorso fatto di uffici, responsabili, palazzi, corri di qui, corri di là, ma alla fine sono stato (“scusate il termine”) segato dalla Capitaneria. Le loro motivazioni sono state due principalmente: uno. Che i mezzi riconosciuti come natanti avrebbero intralciato la navigazione, due. Il fatto dell’acqua sporca. Dato che a seguito non ho mai avuto un confronto con chi realmente conta, il mio pensiero a riguardo è questo: uno. Ok che l’acqua è sporca ma perché nessuno degli addetti mi ha mai chiesto di provare il mezzo, prima di “segare” un’idea che avrebbe potuto dare un’opportunità di lavoro ad un giovane ed a altri per di più di questi tempi di crisi!? Su un’attività del genere sono tante le convenzioni che un Cristo avrebbe potuto fare!! in più si, le acque sono sporche ma come viene documentato in tante foto e video che potrete osservare voi stessi sulla pagina Facebook: “Ciclonauti Livorno”. Le persone che pedalano sulle acque dei fossi non vengono minimamente sfiorate dall’acqua ed il rischio di ribaltarsi è zero, dato che le bici non si ribaltano in mare, che come tutti sanno è soggetto al moto ondoso, figuriamoci nei fossi dove le acque sono ferme.
Due. Io ho vogato da giovanissimo per alcuni anni e tutto questo traffico che addirittura potrebbe intralciare la navigazione non l’ho mai visto. Le bici a massima velocità fanno più o meno 5.2 nodi credo che rispettano in pieno la velocità che le imbarcazioni dovrebbero sostenere, all’ interno dei canali. Poi io tutti questi problemi non me li faccio, sarà perché sono il diretto interessato ma se uno ha fretta di passare c’è sempre la possibilità di accostarsi e far passare, a casa mia si chiama convivenza sociale. Nel caso poi che un’imbarcazione venisse dal senso opposto c’è tutto lo spazio per passarci entrambi, quindi davvero non vedo dove siano tutti questi problemi. Quest’estate mi sono fatto un giro con amici durante la festa di Effetto Venezia e vi giuro che un sacco di persone mi chiedevano dove e se le noleggiavo. Non vi dico neanche la tristezza che mi è venne, perché avere una prospettiva positiva e vedersela negare dalle istituzioni qualsiasi esse siano è una cosa che ti fa sentire un prigioniero libero. Libero nel senso critico della parola perché siamo costantemente sotto il controllo di forze che indirettamente e direttamente ci piegano da ogni parte, che non danno la possibilità di realizzare i propri sogni alle persone comuni, e dolente o nolente t fanno dipendere sempre da loro. Io come tanti sono, siamo, nati liberi ma non ha senso essere liberi se realmente non possiamo esprimere e realizzare le proprie prospettive se non sei qualcuno che conta. Ho sempre creduto che in vita tutto è possibile, che in vita l’uomo può realizzare tutto, basta avere la volontà di affrontare anche le novità, quindi i giovani! Cosa che evidentemente non interessa alle persone che hanno il potere di certe decisioni e che da queste decisioni precludono un sogno di una persona.

Alessandro Petta

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