Bellandi (Pd): Ripensare gli interventi per il sociale. Meno improvvisazione e più risposte

L’attuale situazione degli interventi sociali rivolti agli strati più deboli e in difficoltà della popolazione, continua a mostrare il totale pressapochismo con cui l’Amministrazione Comunale pentastellata sta affrontando una questione cruciale per molti cittadini. Bene ha fatto il Gruppo Consiliare del Pd ha sottolineare l’inadeguatezza  di una gestione, improntata più alla demolizione di un sistema (con contentini ai nuovi “amici”) piuttosto che alla sua necessaria riprogettazione.

Dopo alcuni anni dalla firma del Patto per il Sociale, che rappresentò una vera rivoluzione nella partecipazione e nella cultura delle politiche sociali, credo che oggi occorra una riqualificazione della spesa sociale che armonizzi in modo nuovo efficienza e solidarietà, mercato e Stato, pubblico e privato.

Un cambiamento che non rinnega i principi fondamentali  che hanno garantito fino ad oggi l’assistenza alle categorie più deboli,  ma che, al contrario, aggiorni il quadro  degli interventi alla luce dei mutamenti intervenuti nel mercato del lavoro, dei cambiamenti strutturali della popolazione e della sua composizione. Al centro delle politiche sociali deve rimanere l’individuo, che va accompagnato e sorretto, nel momento in cui incontra un rischio di rilevanza sociale, attraverso un welfare attivo e non soltanto risarcitorio, capace di offrire servizi di qualità e non solo un po’ di “pane e companatico”.  Un welfare che, senza dimenticare le povertà storiche, tenga conto delle nuove fasce di emarginazione, delle nuove forme di esclusione sociale, rispetto alle quali il Comune deve saper mettere in rete le risorse presenti sul territorio.

Per questo credo nel ruolo insostituibile del Terzo Settore e del privato sociale, non soltanto come soggetti terzi cui affidare, esternalizzare, la gestione di singoli servizi, ma come soggetti co-partecipanti all’esercizio di funzioni pubbliche nel pieno rispetto dell’insostituibile ruolo di regia e di governo  proprio dell’Amministrazione.

E proprio in questo quadro l’azione della Giunta 5S di Livorno appare contraddittoria e velleitaria, nella sua volontà di “reinternalizzare” servizi senza le necessarie competenze interne, guidata solo da una logica ragionieristica di mero risparmio sulle spalle dei più deboli.

La razionalizzazione della spesa sociale si persegue, invece, con una rete integrata di servizi e prestazioni accessibili a tutti, basata sui principi della capacità contributiva e della compartecipazione della spesa. Con l’aiuto anche del Terzo Settore è, poi, possibile ripensare una programmazione complessiva che, a partire dai servizi attuali (asili, RSA per anziani, etc.),  sappia rimodulare gli interventi, attivando nuove forme di sostegno, educativo e sociale, più rispondenti ai bisogni e alle richieste di una società in trasformazione.

Federico Bellandi (candidato alla segreteria comunale Pd)

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