Ecco perché mi dimetto dal Pd

Con la presente comunico le mie dimissioni da componente dell’assemblea territoriale del PD livornese.
Non sono più in grado di supportare una linea politica di assoluto scollamento col territorio, da me già più volte denunciata in tutte le sedi e in tutti i modi, siano essi opportuni, o come afferma San Paolo, importuni.
Il risultato delle elezioni regionali, che ha visto il tracollo della partecipazione popolare, scesa quasi al 40%, è stata la conferma di questa lontananza dalla gente.
Ho trovato quindi del tutto fuori luogo un’interpretazione positiva del risultato elettorale, come l’ennesima conferma che non c’è limite alla mancata assunzione di responsabilità nella gestione politica della nostra realtà territoriale.
Le mie dimissioni hanno quindi un significato squisitamente politico: far capire al partito democratico che non c’è più coerenza fra gli ideali che hanno portato alla sua nascita, il suo stesso nome e l’attuale livello di partecipazione del popolo al governo della cosa pubblica, la quale rischia, di diventare una cosa privata, gestita da una ristretta oligarchia.
Ed io non posso, non voglio e sopratutto, non debbo, essere complice di questa idea di poltica, come lasciai chiaramente intendere nella relazione scritta che lasciai il giorno dell’insediamento dell’assemblea, dove descrissi il sogno di un partito inclusivo, dove, a titolo d’esempio, anche un disoccupato cronico, una mamma lavoratrice in attesa di part time, una lesbica lavoratrice dello spettacolo e un operatore turistico della costa livornese, potevano trovare ascolto, accoglienza e integrazione, al di fuori dei soliti schemi che impongono la scelta di un certo elettorato.
Se a Livorno ha votato poco più del 40% della popolazione e sopratutto, se solo 4 donne su 10 si sono recate alle urne, ciò significa che questo sogno, il sogno di una partecipazione democratica diffusa al governo della res publica, è tramontato, soffocato sul nascere da una concezione più che pragmatica, al limite del cinismo, della politica odierna della classe dirigente di questo partito. Ed io, forse ingenuamente, in questo sogno ci credo ancora.

Dr. Andrea Raiano Pres. Lega consumatori Livorno

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