Aci su via San Giovanni: la nuova rotatoria pericolosa. Ecco perché. Strade, il punto sui lavori in programma

IL PUNTO SUI LAVORI NELLE STRADE – LEGGI QUI

In riferimento ai lavori attualmente in corso lungo via San Giovanni, l’Automobile Club Livorno interviene a mezzo stampa per esprimere alcune preoccupazioni relative ad aspetti tecnici. I quali, secondo la posizione del nostro Ente da sempre attento a sensibilizzare le autorità preposte al potenziamento del livello di sicurezza delle strade cittadine e provinciali, andrebbero al contrario proprio ad inficiare il livello di prevenzione del potenziale pericolo. Nel quadro dei cantieri aperti per la realizzazione del più ampio progetto ‘Modì’, finalizzato a portare modifiche sostanziali alla viabilità del centro cittadino, ciò che più temevamo è stato puntualmente messo in essere. Puntiamo difatti il dito contro quei cordoli in cemento appena sorti nella zona, precisamente per delimitare il cuore della rotatoria che sta vedendo la luce in questi giorni all’altezza di via del Porticciolo.
Partiamo da un assunto imprescindibile: tutto quello che è fisso sulla carreggiata si trasforma inevitabilmente in una più che possibile fonte di rischio. Angoli smussi, cordoli bassi ad invito (non a scalino come quelli appena tirati sù), specialmente in coincidenza dei cambiamenti di direzione: questi alcuni tra i nuovi protocolli da seguire in materia di opere stradali. Alla base degli incidenti, oltre alle eventuali omissioni dei malcapitati protagonisti, troppo spesso sta invece in parallelo almeno un concorso di colpa più o meno parziale, dovuto al mancato rispetto da parte degli enti gestori delle basilari normative relative al corretto posizionamento della segnaletica, della costruzione di rotatorie, ecc…

 Caratteristiche consigliate. In un documento prodotto dal LAGS (Laboratorio per il governo della sicurezza stradale), in riferimento alle rotatorie di seconda generazione, si fa menzione di differenti normative internazionali e anche delle linee guida per le zone di intersezione di cui, sin dal febbraio 2005, si è dotata, per citare un esempio specifico, la Regione Lombardia. Proprio secondo questi dettami tecnici, inquadranti le differenti tipologie di rotatoria possibili, sia le minirotatorie sormontabili (quelle con un diametro compreso tra i 14 e i 18 metri), quelle parzialmente sormontabili (con un diametro compreso tra 18 e 26 metri) e quelle compatte (il cui diametro è compreso tra i 26 e i 50 metri) dovrebbero possedere in ogni caso un’isola centrale che si possa facilmente ‘calpestare’ in caso di necessità. Inoltre, si specifica che l’isola centrale parzialmente sormontabile sarebbe individuabile come l’anello interno di larghezza variabile tra 1,5 e 2 metri, rialzata dalla carreggiata per consentire solo ai mezzi pesanti il suo sormonto (o agli altri veicoli solo in casi eccezionali) tramite un gradino di 3 cm, realizzata con materiali differenti rispetto alla restante parte anulare. La pendenza della fascia sormontabile dovrebbe essere normalmente compresa tra il 4 e il 6% e, in ogni caso, non dovrebbe essere superiore del 10%. La parte insormontabile dell’isola centrale dovrebbe comunque avere un raggio minimo di 3,5 metri. L’isola centrale sormontabile dovrebbe confermare la pendenza compresa tra il 4 e il 6% e sempre costruita con materiali differenti rispetto alla carreggiata anulare. Gradiremmo essere rassicurati sul fatto che la rotatoria appena sorta, rientrante sicuramente in una delle categorie sopra citate, possieda tutte queste fondamentali qualità.

 Ostacoli in agguato. Come una semplice manovra di guida possa essere resa scomposta da sollecitazioni provocate dalla percorrenza delle ruote sopra una buca, lo stesso può avvenire in coincidenza di un ostacolo sopraelevato rispetto al normale livello dell’asfalto, anche se pur preventivamente segnalato. In entrambi i casi, il malcapitato guidatore può riportare serie lesioni per la caduta e il consguente impatto.

 Riccardo Heusch Presidente Commissione Traffico e Mobilità AC Livorno

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