Aci: multe, due record da non festeggiare

La notizia delle 253 multe collezionate in una sola serata durante un pattugliamento infrasettimanale da parte della Polizia Municipale, così come l’ancor più recente massimale di 535 contravvenzioni elevate a cavallo tra lo scorso fine settimana lungo l’intero tratto di costa cittadina, rappresentano contemporaneamente un carniere corposo e fruttuoso per le casse dell’Amministrazione locale ma anche due record dei quali non si può andare troppo fieri.

Questo perché, se da una parte l’alto numero di sanzioni sta a testimoniare la carenza di rispetto delle norme del Codice della Strada da parte dei livornesi, l’altro lato della medaglia suggerisce come, al fine di facilitare la circolazione delle biciclette e dei pedoni (le cosiddette categorie deboli dell’utenza stradale), le Autorità abbiano mutato radicalmente il loro metro di giudizio rispetto al recente passato. E di conseguenza, inasprito con una tempistica sin troppo improvvisa la tipologia di controllo.

A proposito delle multe in notturna, ad esempio, sarebbe utile venire a conoscenza di un dato anche parziale, relativo a quante siano state le auto dei residenti sanzionate rispetto al numero complessivo. Questo tanto per comprendere se l’ingiustificata trasgressione venga compiuta maggiormente e più di frequente da chi abita nei quartieri soggetti a controllo oppure dai forestieri che abitano altrove ma lì si recano, come nel caso de La Venezia, per trascorrere una tranquilla serata tra bar, ristoranti e locali d’intrattenimento. Nel caso specifico, con onestà intellettuale, si può partire tranquillamente dal presupposto che gli automobilisti sanzionati, molto di frequente, rischiano in modo ottuso e intenzionale la multa, ignorando la disponibilità dei molti stalli presenti in zona Santa Trinita e Mercatino Americano pur di parcheggiare il mezzo quanto più vicino possibile alla meta. In riferimento alle multe in orario diurno, possiamo poi affermare altrettanto per quanto riguarda l’attitudine a trasgredire pur di non camminare eccessivamente per giungere alla destinazione balneare preferita.

Al contempo, ci domandiamo però come sia possibile che nel corso dell’ampia e variegata attività di controllo menzionata sopra, gli agenti in servizio non si siano imbattuti anche soltanto in un pedone che magari stava attraversando al di fuori dalla sede delle strisce pedonali? Oppure che non si sia palesata nemmeno una sola bicicletta indirizzata in senso vietato? A giudicare dai numeri e dalla natura univoca delle contravvenzioni menzionate  nel report pubblicato sulla stampa cittadina, verrebbe da credere che il criterio di giudizio adottato dai controllori sia stato selettivo o comunque poco equilibrato.

Colpire a priori solo le auto è una discriminazione ideologica che l’Automobile Club Livorno non può certamente incoraggiare. Se giustamente tali operazioni portate avanti dalla Polizia Municipale assumono anche un valore didascalico, sotto il profilo dell’educazione civica, l’Ente però si chiede come mai tali lezioni devono essere improntate esclusivamente alla formazione di una coscienza più rispettosa per i soli automobilisti? Le altre categorie dell’utenza stradale, in realtà, si mostrano spesso ugualmente indisciplinate e avrebbero in molti casi la necessità di venire sottoposti al medesimo processo rieducativo.

Riccardo Heusch
Presidente Commissione Traffico e Mobilità Ac Livorno

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