Aci Livorno: più controlli, più tecnologia, meno rischi per l’intera utenza stradale

Circa l’aggressione subita nei giorni scorsi da un pedone intento ad attraversare la carreggiata all’altezza di via Garibaldi e prontamente denunciata dallo stesso a mezzo stampa, il nostro Ente non può che esprimere la propria solidarietà al malcapitato. Quello in questione rappresenta un episodio esecrabile, non proprio dello storicamente tollerante DNA labronico bensì frutto di un più generale malcostume imperante, sempre più spesso manifestatosi purtroppo in abbinamento al contesto della comune convivenza tra le differenti categorie dell’utenza stradale. Il fatto che, nello specifico episodio, gli interessati fossero ‘alticci’ non rappresenta allo stesso tempo un’attenuante ma al contrario fornisce una seria aggravante.

Più controlli, più sicurezza. A tal proposito, torniamo così a sollecitare l’Amministrazione Comunale ed i tutori dell’ordine riguardo ad un più frequente controllo del tasso alcolemico ed un conseguente sanzionamento degli indisciplinati, siano essi automobilisti, centauri ma anche pedoni e ciclisti. “La nostra città e l’Italia in generale, hanno immediata necessità di aprirsi alle influenze e, perchè no, alle nuove tecnologie che sono già state adottate o comunque hanno goduto di ottimi risultati in fase di sperimentazione negli altri Paesi Europei, alcuni di essi tradizionalmente all’avanguardia in materia di sicurezza stradale – fa notare il Presidente dell’AC Franco Pardini – Statistiche alla mano, nel 2013 e per il secondo anno consecutivo, la stessa Comissione Europea ha reso noto proprio in questi giorni come sia diminuito drasticamente il numero di persone che hanno perso la vita sulle strade europee. Sulla base di dati preliminari, il numero di decessi sulle strade è infatti calato dell’8% rispetto al 2012 e fa seguito alla riduzione del 9% registrata tra il 2011 e il 2012”. Un ottimo viatico nella direzione del tanto ambizioso quanto strategico traguardo di dimezzare i decessi da incidenti stradali tra il 2010 (meno 17% sin qui, una percentuale equivalente a ben 9 mila vite umane salvate).

Controllo ‘incrociato’. Da un lato quindi, si potrebbe controllare di più e meglio il comportamento dei conducenti dei mezzi in transito, anche attraverso l’adozione di un sistema analogo a quello che per i prossimi sei mesi sarà testato in Emilia Romagna e in Alto Adige, previa una parziale ma necessaria modifica all’art.142 del Codice della Strada che proibisce l’installazione di autovelox fissi lungo strade urbane. Sia a Castel Bolognese che a Bolzano infatti, in collaborazione con l’Università di Padova ed un produttore altoatesino di apparecchi a rilevazione infrazioni, questa sarà l’estate della sperimentazione per il telecontrollo (con multe, ovviamente, solo in caso di presidio umano sul posto, per cause di forza maggiore) dei passaggi pedonali. Dall’altro lato invece, si potrebbe magari prendere ispirazione da un’iniziativa presa dalla Polizia di Sanremo e riportata con enfasi dalle cronache dei media nell’estate del 2012, paradossalmente proprio a causa del suo carattere ‘eccezionale’. Il reato di ubriachezza infatti è previsto dal Codice Penale ma non viene in realtà quasi mai viene sanzionato, se non nella sua aggravante di “ubriachezza molesta”.

La proposta spagnola. C’è poi da dire che, ad esempio, anche in altri Stati del Vecchio Continente ci si sta muovendo verso la direzione di maggiore controllo del fenomeno. Attualmente in discussione in Spagna c’è una recente proposta di legge inclusa nella nuova Ley de Trafico y Seguridad Vial, vale a dire il nuovo Codice della Strada iberico. L’idea, seppur estremizzata visto che si ipotizza di applicarla con intenti preventivi anche nell’eventualità che il viandante non abbia causato incidenti, sarebbe quella di rendere regolari gli esami anti-alcol e droga sugli stessi pedoni. Solo in Spagna infatti, i pedoni rimasti uccisi sia in città (il 70% di essi) sia in un contesto extraurbano, tra il 2005 ed il 2010, sono stati addirittura 3.327. E sempre secondo i dati della società assicuratrice Mapfre, il 30% di essi risultava in stato di ebbrezza al momento del decesso.

Al di là delle inevitabili polemiche portate dalle associazioni a tutela delle categorie di utenza stradale comunemente considerate come più degna di tutela, le quali almeno inizialmente possono anche essere giustificate nella loro reticenza a metabolizzare la possibile equiparazione del pericolo potenziale portato da un pedone con quello rappresentato invece da un automobilista altrettanto indisciplinato, l’Ente si schiera comunque a favore di un’intensificazione di tali controlli. Non certo per demonizzare tutti coloro che non viaggiano in auto ma al contrario per cercare di aumentarne quanto più possibile la percezione di sicurezza.

La novità svizzera. A questo scopo infatti, la proposta di AC Livorno si correda con una complementare richiesta di implementazione della qualità delle infrastrutture a sostegno della tutela dell’incolumità di ciclisti e pedoni. Un salto di qualità che, oltre a fondarsi sulla tecnologia attualmente a disposizione e già rodata con eccellenti risultati anche in molte città italiane come quella dei semafori a richiesta, potrebbe prendere a modello anche sistemi innovativi. Come ad esempio quella variazione sul tema ‘on demand’, attualmente in fase di sperimentazione in Svizzera: un progetto pilota di ‘assistenza all’attraversamento’ messo a punto nel Canton Ticino ed avvallato dall’Ufficio Federale delle strade elvetico. Il meccanismo, in prova per tre mesi a Lugano, consta in un cilindro d’acciaio levigato, alto 120 cm con un diamtro di 14 cm, che, sito in coincidenza delle due estremità della carreggiata, prevede che i pedoni premano un grosso pulsante posto in testa alla colonnina. Un semplice gesto che consente di prenotare il diritto di percorrenza sulle strisce grazie all’accendersi di una luce ad intermittenza. Un segnale luminoso utile a richiamare contemporaneamente sia l’attenzione del guidatore del mezzo, sia quella del pedone che si ritagglia un ruolo attivo e ben concentrato sull’imminente atto dell’ attraversamento. Lo slogan pensato per promuovere il dispositivo infatti è: “Fermati, guarda e accendi”. Il nostro rappresenta un richiamo per Istituzioni e cittadinanza, una spinta morale per entrare finalmente in un’ottica decisamente nuova e più equa. Siamo tutti utenti della strada e dobbiamo attenerci alle norme che ne regolano il corretto funzionamento. Dobbiamo finirla con una visione apologetica, a priori ed incondizionata, del presunto ‘soccombente’: un’ottica sterile e improduttiva. Tutti sono soggetti attivi nella mobilità, per cui tutti vanno tutelati ma nessuno può e deve sentirsi fuori dalle regole.

Consiglio Direttivo
AC Livorno

 

Riproduzione riservata ©