ACI Livorno: Fi-Pi-Li: per l’ultimo tratto non è ancora scritto l’ultimo capitolo…
L’AC Livorno torna a sollecitare una soluzione definitiva ai problemi per la viabilità limitrofa alla Darsena Toscana
Torniamo ad occuparci dell’annosa questione legata alle criticità sperimentate ormai da anni lungo il tratto finale della superstrada Fi-Pi-Li. Dal primo crollo del manto stradale, registrato addirittura già nel 2008, sino ai problemi cronici che sussistono purtroppo ancora oggi. I quali, appaiono ben lontani dal trovare una definitiva soluzione.
Cavalcavia e asfalto ‘groviera’. L’interrogativo più grande è ancora sospeso in zona Calambrone: il cavalcavia, l’accesso diretto e strategico alla Darsena Toscana e inaugurato l’antivigilia di Natale del 2003. Un passaggio chiave per il trasporto non solo privato ma anche commerciale in entrata e uscita dalla limitrofa area portuale. Il quale, malgrado tale natura cruciale e delicata per la viabilità di casa nostra, resta off-limits al traffico ormai da 6 anni a causa di almeno due crolli quasi consecutivi. Di questa sorta di sbarramento a oltranza e a tempo indefinito non si parlava più da tempo, né tra gli addetti ai lavori, né tra la cittadinanza e raramente sugli organi di informazione locali. Tanta risulta ormai la nostra disillusa abitudine a tollerare le reiterate lacune burocratiche e i ripetuti ritardi-rimpalli di competenze a livello amministrativo, che nessuno pare aver rilevato che anche il manto stradale si sta rapidamente deteriorando e necessiterebbe anch’esso di manutenzione. Fortuna che almeno, a cavallo delle ultime Festività, si sono aperti i cantieri per i lavori di ripristino dell’asfalto sullo svincolo che raccorda la superstrada con via Da Vinci: uno snodo tanto importante nella geografia del porto industriale quanto in passato rivelatosi pericolosa trappola per molti mezzi pesanti che si sono ritrovati coinvolti in rovinosi ribaltamenti del proprio carico o rimorchio.
Una situazione surreale. Tutto ciò accade mentre, in via paradossale, dalla Regione Toscana si indice un sondaggio popolare per battezzare la Fi-Pi-Li con un nuovo nome (clicca qui per approfondire), quasi come se con una semplice operazione di marketing mediatico riuscisse a far dimenticare al malcapitato utente della strada che a breve, nel 2016, sarà con tutta probabilità costretto a pagare un pedaggio anche per usufruire di una delle ultime infrastrutture viarie rimaste ancora a disposizione gratuitamente (per saperne di più, leggi qui). Oppure, in maniera altrettanto surreale, il cavalcavia sbarrato resiste impavido al trascorrere degli anni ed all’avvento di nuove opere innovative. Come ad esempio, quella che lo riguarda direttamente, sviluppata nella zona industriale di Empoli, dove si è da poco inaugurato un centro radio informativo dedicato. Uno strumento che, per la prima volta in Italia, trasmette informazioni in tempo reale agli utenti della stessa Fi-Pi-Li, sfruttando molteplici potenzialità multimediali: un call center attivo 24 ore con numero verde e operatori dedicati, tramite pannelli a messaggio variabile, grazie ad un calcolo esatto dei tempi di percorrenza e persino ad una ‘app’ dedicata, oltre a numerose altre tecnologie.
Un immobilismo incredibile. E dire che, già tre anni orsono, l’Ente, per voce del sottoscritto, si esprimeva in maniera forte sul tema. “Sollecitiamo quanto prima la conclusione degli interventi per il ripristino del regolare scorrimento del traffico (…) Questa fondamentale arteria viaria è la sola in grado di collegare in maniera diretta e veloce la nostra città all’area del Calambrone e costituisce una delle uniche due porte d’accesso verso Tirrenia (…) E’ quindi intollerabile che i diritti degli automobilisti vengano messi costantemente in secondo piano (…) Il tutto senza considerare gli enormi disagi arrecati al limitrofo traffico portuale, specie in una situazione di congiuntura economia assai infelice e non soltanto a livello locale. L’importanza di un porto si misura con le sue infrastrutture (…) Dei collegamenti efficienti anche sulle strade limitrofe ai luoghi di imbarco e sbarco di merci e turisti rappresentano uno dei fattori chiave per la scelta di armatori e noleggiatori, impegnati a prediligere uno scalo a scapito di altri. In virtù di errori di valutazione così grossolani, Livorno corre il serio rischio di restare tagliata fuori, esclusa dalla geografia di tali strategie commerciali”.
Non so quante volte abbiamo scritto, detto, insistito: appelli, lettere, proteste. L’AC Livorno ha segnalato le troppe magagne della viabilità non solo all’interno, bensì anche tutt’attorno alla città. Ma inutilmente. Nel mirino, solo per citare alcuni esempi: gli svincoli ‘non a norma’ in entrata e in uscita dalla Porta a Terra, così come quello al Maroccone. Idem per lo stop pericoloso a Stagno, al termine della Variante per immettersi sulla bretella che porta alla nuova rotatoria. E poi, a più riprese, anno dopo anno, gli atti d’accusa per richiamare l’attenzione sui guai della superstrada Fi-Pi-Li. In quest’ultimo caso, occorre capire se ci sono e quali siano le eventuali responsabilità da suddividere tra Amministrazione Comunale, Provinciale, Regione Toscana e la società Global Service, che secondo regolare bando di gara ha ottenuto in appalto la gestione del tratto di competenza. La sola certezza è che gli automobilisti continuano a scontare i mancati investimenti per la manutenzione delle strade. Sappiamo che la finanza pubblica ha poche risorse ma anche quel poco che c’è, non viene speso anche per colpa di una poco razionale gestione o, ancora peggio, a causa di qualche futile cavillo burocratico. Laddove invece, sarebbe davvero opportuno fissare alcune improrogabili priorità.
Una possibile ‘class action’. L’ Ente si appella al senso civico di chi è parte in causa per poter sopperire a tale situazione, chiedendo che senza indugio gli enti preposti, nella fattispecie la Provincia di Livorno che riscuote le somme derivanti dalle sanzioni previste dal Codice della Strada ed elevate in primis attraverso gli autovelox a postazione fissa posizionati lungo il percorso, si attivi alla rimessa in pristino del tratto stradale. Resta inteso che, in mancanza di concrete iniziative, l’Ente procederà autonomamente a mettere in atto, per quanto di competenza, tutti i meccanismi utili a rappresentare alle Autorità competenti lo stato dei fatti. Non ultima, la promozione di una class action, coinvolgendo anche le associazioni degli utenti della strada e del porto che subiscono da 5 anni un danno quotidiano concretizzabile in ritardi e disservizi.
Franco Pardini
Presidente AC Livorno
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