Cna: “Il tesoretto di Aamps? Sarebbe meglio definirlo ‘maltolto'”

“Un tesoretto fatto di soldi di altri? Sarebbe meglio definirlo “maltolto”: se è già vergognoso il concetto che sta alla base dell’ipotetico risanamento di Aamps sulla pelle dei creditori, ancor di più lo sono le parole che vengono usate dal presidente Castelnuovo; Cna non ammette che una amministrazione ed una azienda pubblica calpestino così con noncuranza la dignità delle imprese dell’indotto, dei loro lavoratori e delle loro famiglie, e sarà fino in fondo al loro fianco per supportare le scelte che faranno”. Così il direttore della CNA Marco Valtriani commenta con amarezza e rabbia gli esiti dell’audizione in commissione bilancio del presidente del Cda della municipalizzata e dell’assessore Gianni Lemmetti. “Ho sentito con le mie orecchie in un Consiglio Comunale Lemmetti – continua Valtriani – urlare che i creditori seguendo la strategia del Comune non avrebbero perso un centesimo: è questa la strategia? Non pagarli e con i loro soldi tappare qualche buco di Aamps? Ci volevano i luminari chiamati al capezzale dell’azienda per studiarla? Non pensare ai danni finanziari che si infliggono in questo modo ad un’impresa che ha lavorato onestamente, puntualmente e responsabilmente per Aamps e per la città, ed ha anche da pagare dipendenti e fornitori, non è per noi accettabile!”.
“Se le cose stanno così – aggiunge il responsabile sindacale Dario Talini – Aamps e Comune troveranno un muro di no da parte dei creditori. Quanto pensano ancora che possa esser legittimo esasperare queste persone e la situazione finanziaria delle loro aziende? E’ questo fare il bene pubblico? E’ così che si trattano dei cittadini? Nessuno ci ha mai risposto a queste domande. Quei soldi non sono di Aamps, sono dei creditori, e di tutta la filiera che ne consegue! Il debito va ristrutturato per restituirlo, non speso per tappare i buchi di un’azienda che non ha ancora nemmeno un piano industriale definito. Adesso viene fuori con chiarezza il vero motivo per tentare la via di un improbabile concordato: essere intanto legittimati a spendere i soldi dei creditori. Non sono le aziende dell’indotto che devono aver ben chiara la fine che può fare Aamps se non accettano il piano (e secondo molti esperti Aamps non può comunque fallire, ma è il Comune che deve ripianare), ma chi ha scelto di tentare di percorrere questa impervia via di risanamento, anziché mettersi da subito al tavolo con quelle aziende che da anni hanno lavorato in mezzo a mille difficoltà evitando alla città l’emergenza spazzatura: adesso meritano di essere trattate così? L’8 marzo – conclude Talini – ci sarà una nuova riunione in Cna”.

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