Procura-Caritas: i beni sequestrati ai più bisognosi
di Chiara Domenici (da lasettimanalivorno.it)
Sono passati solo otto giorni da quando il Comune ha comunicato la riduzione delle spese per il sociale tagliando le convenzioni con le associazioni impegnate nel servizio ai poveri: 50% in meno alla mensa Caritas che ogni giorno serve quasi 200 pasti, 20% in meno alle associazioni che si occupano di immigrati, un altro 30% sottratto ad altre; tutto questo proprio in un tempo di crisi, dove le statistiche rivelano che le richieste di aiuti (soprattutto di generi alimentari) sul territorio sono raddoppiate ed che accanto agli stranieri tante famiglie italiane si sono trovate costrette a chiedere aiuto.
Nonostante la decisione comunale, annunciata senza la benché minima consultazione delle associazioni coinvolte, né la verifica sul campo del servizio svolto da ognuna di queste, la Fondazione Caritas Livorno continua il suo lavoro a servizio dei più deboli ed oggi la sua presidente suor Raffaella Spiezio, ha firmato un protocollo d’intesa con la Procura della Repubblica, nella persona del procuratore Francesco De Leo, perché tutto ciò che viene sequestrato dalle forze dell’ordine sul territorio di Livorno e provincia sia destinato alle strutture Caritas, che a loro volta lo doneranno a chi ha più bisogno: abbigliamento, generi alimentari e altra merce contraffatta sarà verificata dalla polizia giudiziaria e poi immediatamente riservata ai poveri attraverso Caritas. «Sono molto contento di sottoscrivere questo accordo – ha dichiarato il procuratore De Leo, a margine della firma – la Procura della Repubblica è percepita come un’istituzione di controllo, di accusa, ma non è così e questo protocollo è il nostro piccolo contributo al sociale. Mi piace anche rivelare – ha continuato – che la merce sequestrata sarà spogliata del marchio contraffatto e dotata di una nuova etichetta: un marchio, che rappresenterà non più l’illegalità con cui è stata fabbricata, ma la dimensione del dono, della solidarietà, con cui la polizia e poi Caritas vogliono farsi vicini ai più poveri».
«Caritas – ha affermato suor Raffaella – è molto grata al procuratore, che si è adoperato per questo accordo: i bisogni sono illimitati e le risorse invece limitate; Caritas può contare sulla rete di aiuto e servizio creata in questi anni e su tanti volontari che con amore offrono tempo ed energie. Il nostro lavoro non è solo quello di “distribuire” cibo o altro, ma di ascoltare e accompagnare le persone, aiutandole a risolvere i loro problemi, per questo accanto alla mensa abbiamo un centro di ascolto, il microcredito, le borse lavoro, il sostegno alla casa e altri servizi. La richiesta sul territorio è raddoppiata, se capissimo cosa vuol fare il Comune magari sceglieremmo di dedicarci ad alcuni servizi specifici per variare l’offerta e andare così incontro a tutte le necessità che si registrano, ma sembra che per adesso ci sia solo una gran confusione e la confusione non è buona consigliera».
Anche il vescovo mons Simone Giusti, presente alla firma dell’accordo, è intervenuto sul tema: «I poveri hanno fame, a loro non importa delle scelte politiche. Ma i nostri sono servizi palliativi, la vera carità la deve fare la politica portando lavoro in questa città: smuovendo le risorse più grandi per ridare dignità a tanti che hanno perso il lavoro e sono costretti a ricorrere ai servizi sociali. Occorrono risposte rapide e se non vengono dal porto, l’industria più importante della città, da dove pensiamo possano nascere centinaia di posti di lavoro nel breve tempo? Abbiamo bisogno di risposte concrete e immediate e di sostenere le famiglie, che sono il vero motore di questa nostra società». «Oggi è il primo giorno di Quaresima – ha continuato il Vescovo – il tempo in cui la Chiesa si prepara alla Pasqua ed in cui si fa ancora più prossima ai poveri e ai sofferenti. Presto partiranno i lavori per la cittadella della Carità al villaggio scolastico di Corea: i bisogni sono aumentati e noi ci spendiamo ancora di più; ci tagliano le risorse, ma noi abbiamo la Provvidenza e tante persone generose che conoscono il nostro operato, lo vedono ogni giorno, e ci sostengono in questo compito».
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