Maxi-sciopero cittadino, in ottomila scendono in piazza. Rossi tra i fischi dei lavoratori
Dopo la grande manifestazione del 15 novembre, alla quale hanno aderito migliaia di lavoratori di moltissime realtà produttive cittadine, oggi, martedì 25 novembre Livorno è scesa in piazza con circa 8000 lavoratori per il grande sciopero cittadino per le vertenze lavorative aperte sul nostro territorio (clicca sul link in fondo all’articolo per vedere le immagini scattate da Simone Lanari all’interno della fotogallery e per vedere il video del corteo). Il corteo è partito da piazza della Repubblica ed è sfilato passando per via Grande, piazza del Pamiglione, via S. Giovanni, piazza del Municipio ed è arrivato in piazza del Luogo Pio. Qui sul palco è salito anche il Presidente della Toscana Enrico Rossi che ha parlato tra i fischi dei lavoratori che non hanno accolto bene la sua presenza. Il numero uno della Regione ha ribadito, sovrastato da un mare di trombe da stadio e grida di disapprovazione, che chiederà al Governo un piano speciale salva-Livorno.
Il corteo si è svolto nel massimo della correttezza tra cori e slogan. Molti i negozi che hanno partecipato solidarizzando con i lavoratori abbassando la saracinesca al passaggio del corteo o spegnendo le luci delle vetrine.
Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Legacoop, Cia e Confagricoltura: Saracinesche abbassate e insegne spente per il corteo- In occasione dello sciopero indetto per oggi dalle organizzazioni sindacali, le scriventi associazioni in segno di solidarietà invitano le attività che affacciano sulle vie lungo le quali sfilerà il corteo, ad abbassare le saracinesche e spengere le insegne: l’industria e la piccola e media impresa locale sono infatti altrettanto duramente colpite dalla gravissima situazione di crisi che sta particolarmente penalizzando il territorio livornese, sia in termini di cessazioni di attività, che in termini di calo occupazionale e di fatturati.
E’ per questo che le associazioni di categoria del territorio unitariamente condividono la necessità di creare le condizioni affinchè si sviluppi un “Progetto Livorno” fondato sulla compattezza sociale ed istituzionale, e offrono la piena disponibilità alla concertazione dello stesso.
Livorno ha bisogno di lavoro e può riprendersi un posto di rilievo nell’economia regionale e nazionale.
Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Legacoop, Cia e Confagricoltura
Buongiorno Livorno – Siamo stati tra i primi a richiedere lo sciopero generale. L’abbiamo fatto a mezzo stampa e in Consiglio Comunale. Non faremo ovviamente mancare la nostra adesione, in segno di solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici delle tante vertenze aperte sul nostro territorio e nell’intenzione di testimoniare una critica ferma alle logiche che hanno portato alla drammatica crisi in cui siamo sprofondati. Questo è ed era il senso, per noi, della richiesta di una mobilitazione: iniziare a ricostruire un’opposizione sociale e culturale a comportamenti come quello della TRW, costruire, intorno alle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici livornesi che stanno difendendo a costi personali molto alti i loro posti di lavoro e il loro futuro, un senso di comunità che esprima la consapevolezza che lo stato di diritto non può prescindere dai concreti diritti di ogni cittadino: che non esistono i diritti di uno in opposizione di quelli di altri, ma esiste un destino comune dei diritti, di tutti i diritti, pena la decadenza degli stessi.
Ben vengano le proposte per il futuro, ma non possiamo che esprimere la nostra amarezza nel rilevare come la situazione di gravissima difficoltà del nostro territorio spesso diventi l’alibi per risuscitare progetti sui quali la comunità livornese si è chiaramente espressa nel corso dell’ultima tornata elettorale. Ben vengano i progetti, quindi, ma che non si approfitti della crisi per continuare a difendere i soliti vecchi interessi. Chi si è reso direttamente ed indirettamente corresponsabile dello stato di cose presente dovrebbe per dignità farsi da parte.
Direttivo e Gruppo Consiliare di Buongiorno Livorno
Coordinamento Lavoratori e Lavoratrici Livornesi – “In questo momento drammatico dal punto di vista occupazionale – scrive il Coordinamento Lavoratori Lavoratrici Livornesi – e dopo essere stati noi stessi tra i promotori della richiesta rivolta ai vari sindacati di indire uno sciopero di tutta la città, riteniamo opportuno invitare i lavoratori ad aderire allo sciopero del 25 novembre. Non possiamo però non esprimere forti perplessità sulla piattaforma di indizione di questo sciopero. In prima istanza – continua il Coordinamento- ci chiediamo come sia possibile che associazioni di categoria come la Confindustria, Lega Coop e Spedimar, che per quanto ci riguarda sono e rimangono controparti, abbiano deciso di appoggiare le rivendicazioni dello sciopero”.
“Come Coordinamento – prosegue il comunicato dei lavoratori – siamo convinti che le politiche di privatizzazione, liberalizzazione ed esternalizzazione dei servizi pubblici abbiano contribuito in maniera determinante a creare le situazioni di crisi, vere o presunte, delle aziende che stiamo subendo e abbiano altresì provocato il generale abbassamento delle condizioni economiche e normative dei lavoratori stessi.
Siamo fermamente contrari, anche in cambio di finanziamenti, a qualsiasi ipotesi di svendita del nostro patrimonio pubblico ai privati. Siamo contrari ai cosiddetti Project Financing (Porto, nuovo ospedale e qualsiasi altro caso) che “obbligheranno” il pubblico a indebitarsi per molti anni, ripagando il debito con la cessione di servizi importanti ed essenziali a società private che, come ormai dimostrato negli anni, scaricheranno i costi della nuova gestione sui lavoratori e le lavoratrici, producendo licenziamenti e abbassamento dei salari in nome del profitto”.
“Siamo favorevoli ad una totale reinternalizzazione dei servizi pubblici – dicono dal Coordinamento Lavoratori e Lavoratrici Livornesi – e alla ri-acquisizione delle quote private per quanto riguarda settori come ad esempio il trasporto pubblico locale, la gestione della rete idrica e la gestione del ciclo dei rifiuti. Siamo anche favorevoli ad un uso pubblico delle risorse cittadine come nel caso emblematico del bacino di riparazione, il più grande del mediterraneo, di proprietà demaniale ma che sarà probabilmente dato in gestione a qualche società privata. Non vorremmo che, grazie al contesto di forte crisi occupazionale, si approfittasse di questa debolezza per promuovere politiche di investimenti sbagliate ed estremamente pericolose per tutti i lavoratori e le lavoratrici.Livorno non ha bisogno di altre multinazionali, false cooperative o società private che vengano a speculare sul nostro territorio sfruttando manodopera a “basso costo” per i loro profitti.
Esprimiamo forte preoccupazione – concludono – per queste posizioni che manifestano una distonia rispetto all’idea di sviluppo della città che hanno i lavoratori del Coordinamento Lavoratori Lavoratrici Livornesi”.
Unicobas – Dopo che da mesi i lavoratori della città richiedono ai sindacati uno sciopero generale cittadino contro la pesante situazione occupazionale che si è venuta a creare, Cgil, Cisl e Uil hanno dato una risposta ipocrita e maldestra. Infatti lo sciopero andava indirizzato contro chi ha ridotto Livorno in queste condizioni e cioè contro la Confindustria e le multinazionali, contro le privatizzazioni e le esternalizzazioni di cui si è reso responsabile il potere politico, per il rilancio del porto e l’eliminazione della guerra delle tariffe creando un forte art. 17 ed invece, con eclatante demagogia, Cgil, Cisl e Uil, corresponsabili di questa situazione, con l’appoggio dei poteri forti, cercano di indirizzare il malcontento popolare esclusivamente contro l’attuale amministrazione comunale attraverso una piattaforma tutta politica che rilancia le scelte del PD. Cgil, Cisl e Uil sono in buona compagnia nell’appoggiare questa piattaforma: Camera di Commercio, Confesercenti, Confcommercio, Confindustria, Cna, Lega Coop, Spedimar, e poi Franchi, Gallanti, Bacci; addirittura hanno invitato al comizio finale il Presidente della Regione Enrico Rossi, uno dei principali responsabili della pesante situazione attuale. Una mobilitazione dei lavoratori che ha avuto tra i momenti più caratterizzanti l’occupazione della Confindustria viene ora incanalata dai sindacati di regime in uno sciopero condiviso dalla Confindustria stessa! Questo si chiama tradimento e strumentalizzazione! I poteri forti della città cercano di sfruttare e indirizzare il malcontento popolare, generato da una situazione da loro creata, per screditare l’attuale amministrazione e cercare di recuperare il terreno perduto. Noi non abbiamo poltrone politiche da difendere, ma solo gli interessi dei lavoratori. L’Unicobas e l’USB hanno scioperato il 24 ottobre e questa data poteva essere presa in considerazione da Cgil, Cisl e Uil se avessero voluto fare un percorso unitario.
Saremmo stati disponibili anche ad indire congiuntamente un ulteriore sciopero generale cittadino dell’intera giornata e non di tre ore e che fosse veramente generale ( ad. es. la scuola e il trasporto pubblico locale sono esclusi dallo sciopero di oggi 25 novembre) ma su una piattaforma sindacale efficace e credibile e non per tirare la volata a Rossi ed al PD.
Il segretario provinciale, Claudio Galatolo
La posizione di Usb – Sullo sciopero cittadino indetto da Cgil-Cisl-Uil per il prossimo 25 novembre vanno fatte alcune valutazioni fuori dall’ipocrisia e dalla retorica. La prima è quella relativa alle ragioni che hanno portato alla sua indizione: è infatti evidente a tutti che Cgil-Cisl-Uil si sono trovate sostanzialmente costrette a farlo solo in conseguenza della fortissima spinta dal basso arrivata dai lavoratori e in generale da varie realtà sociali, sindacali (tra cui l’Usb, che si era subito dichiarata disponibile ad un confronto unitario per organizzarlo) e politiche livornesi che reclamavano uno sciopero generale cittadino di tutta una giornata come risposta per l’emergenza del lavoro che sta vivendo la nostra città. Questo non sarebbe neanche un problema ovviamente, se non fosse però che da parte di Cgil-Cisl-Uil è stato totalmente tradito, snaturato, disatteso e strumentalizzato per propri fini politici il mandato e l’appello che era arrivato dalla città. Un appello, quello della città, che era stato recepito dal Coordinamento Lavoratori Livornesi con il corteo del 15 novembre (al quale abbiamo partecipato come lavoratori e delegati dei luoghi di lavoro in cui siamo presenti come Usb). Un appello che parlava di solidarietà per le tante vertenze aperte e per i lavoratori in lotta con in primis quelli della Trw, della protesta contro le multinazionali che depredano i nostri territori e poi lasciano le famiglie in mezzo a una strada, della dignità di una città che non vuole morire, contro le privatizzazioni e i project financing, per le reinternalizzazioni degli appalti, per la ripubblicizzazione dei servizi quali rete idrica, trasporto pubblico, rifiuti, per un uso pubblico anche di altre risorse come alcune aree importanti nelle zone portuali. Quella che è emersa è invece una piattaforma sostanzialmente non sindacale ma che funge da promozione di fazioni politiche e che mette insieme addirittura come co-firmatari (!) Cgil, Cisl, Uil, Camera di Commercio, Confesercenti, Confcommercio, Confindustria, Cna, Lega Coop, Spedimar, e poi Franchi, Gallanti, Bacci, e addirittura l’invito al comizio finale del Presidente della Regione Enrico Rossi per consentirgli una passerella in vista delle prossime elezioni regionali. Di cosa stiamo parlando? È questo lo sciopero che Livorno chiedeva? A noi pare proprio di no.
Unione Sindacale di Base Livorno
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