Sdraiati sulle strisce, ma è un flash mob
Scopo dell'iniziativa abbassare il limite di velocità nei centri urbani a 30 Km, ma soprattutto incentivare l’uso della bicicletta e dei mezzi pubblici
di admin
Un minuto stesi a terra, fasciati da lenzuoli bianchi sporchi di sangue e biciclette sdraiate, per simboleggiare le ormai troppo ricorrenti morti di ciclisti e non solo, avvenute sulle strade (trovate la fotogallery di Simone Lanari e il video in fondo all’articolo). E’ stato questo il tratto distintivo del flash mob andato in scena domenica pomeriggio sul viale Italia, davanti alla chiesa di San Jacopo in Acquaviva, bloccando per alcuni minuti il traffico. L’evento #Bastamortinstrada, e lanciato a livello nazionale da #salvaciclisti, ha avuto come scopo principale quello di richiamare l’attenzione pubblica sulla necessità di intervenire per portare a zero il numero delle vittime della strada.
Secondo l’ultimo rapporto ACI – ISTAT nel 2013 si sono registrati in Italia 181.227 incidenti stradali con lesioni a persone. Il 75% di questi avviene in ambito urbano. Il numero dei morti ammonta a 3.385, quello dei feriti a 257.421. In Italia nel 2013 sono morti 549 Pedoni e 249 Ciclisti. Solo nella provincia di Livorno nel 2012 sono state 31 le vittime da incidente stradale ed è una delle poche province che sfortunatamente ha visto crescere il numero di incidenti stradali con morti e feriti nel decennio 2001-2012 . Secondo Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta), Wwf Pandaciclisti Livorno, campagna 10 minuti e associazione Vivi San Jacopo, organizzatori dell’iniziativa, la causa principale è sempre la stessa: eccesso di velocità e disattenzione. Per contenere il problema, sarebbe utile anzitutto abbassare il limite di velocità nei centri urbani a 30 Km, ma soprattutto incentivare l’uso della bicicletta e dei mezzi pubblici.
#Bastamortinstrada ha inoltre avuto come scopo quello di rilanciare la campagna 10 minuti, già sottoscritta dall’amministrazione comunale, che sottolinea come appunto soli dieci minuti, a piedi o in bicicletta, possano migliorare la mobilità urbana. Introducendo dieci minuti non motorizzati negli spostamenti quotidiani si possono ottenere benefici economici, ambientali ma soprattutto spazi pubblici sicuri e di qualità.
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