Cgil: Porto 2000, la cessione rappresenti una opportunità
Premesso che la somma di cause interne alla gestione della Livorno Porto 2000 ed esterne, dovute alla forte concorrenza del porto di La Spezia, hanno prodotto gli effetti depressivi di una progressiva perdita del traffico croceristi, siamo convinti che la rapida approvazione da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici del PRP e della immediatamente successiva adozione da parte del comune di Livorno della Variante anticipatrice del piano strutturale, siano elementi determinanti al rilancio di questo settore che consideriamo parte integrante dello sviluppo generale del nostro sistema portuale.
Fare in fretta e bene è indispensabile. Ulteriori ritardi potrebbero causare perdite di quote di mercato, rischi per il lavoro e l’occupazione.
Come esposto nel Piano del Lavoro della CGIL siamo certi che le istituzioni pubbliche, tutte nessuna esclusa, possano e debbano svolgere un ruolo importante anche con interventi di sostegno finanziario per dare un impulso positivo ad una difficile crisi che ha impoverito il nostro paese e la nostra provincia. Il percorso già deliberato dal Comitato Portuale nel 2011, e non più rinviabile, obbliga l’Autorità Portuale di Livorno a scendere al di sotto del 50 % nelle quote di partecipazione della Livorno Porto 2000 srl; avevamo immaginato che le istituzioni potessero intervenire, soprattutto la Regione Toscana che negli ultimi anni ha fortemente investito nel porto di Livorno anche sostituendosi alle responsabilità del Governo nazionale. Successivamente i limiti imposti dai patti di stabilità, i tagli previsti dal governo hanno limitato fortemente le azioni e le disponibilità finanziarie della Regione Toscana, per non parlare del ruolo ormai solo rappresentativo della Provincia e della Camera di Commercio che dovrà confrontarsi con scelte pesanti di riassetto imposte dal Governo.
I proprietari della Livorno Porto 2000, Camera di Commercio e A.P., hanno dichiarato che andranno insieme alla cessione delle quote di proprietà, valuteranno quale percentuale di minoranza dovrà rimanere di fatto pubblica, ma permettendo di costruire un bando di gara europeo che sia attrattivo a soggetti internazionali con forti capacità di investimento; ricordiamo che chiunque vinca avrà una concessione di demanio pubblico, limitata temporalmente, dovrà presentare obbligatoriamente un piano industriale, investimenti e piani occupazionali compatibili agli obiettivi di rilancio del settore così come indicato dal Piano Regolatore Portuale e il ruolo dell’A.P. previsto dalla Legge 84/94 è quello di vigilare che l’utilizzo del demanio pubblico sia compatibile agli interessi della collettività.
Ritenendo difficile che il solo comune di Livorno sia in grado di sostenere economicamente il mantenimento di una maggioranza di quote pubbliche nella società, partecipando comunque alla gara europea, non ci rimane che prendere atto che, se il bando di gara avrà un esito positivo, la maggioranza passerà nelle mani di un privato.
Chiediamo al Comune di allacciare corretti e collaborativi rapporti istituzionali affinché la cessione delle quote rappresenti una opportunità per il Porto, per lo sviluppo delle attività culturali e commerciali legate al turismo per Livorno, per la Toscana e per il consolidamento e incremento dell’occupazione.
La Cgil condivide gran parte della relazione fatta dal Presidente Gallanti nella audizione in commissione consiliare e ritiene di sottolineare l’importanza che i soci pubblici creino le condizioni per garantirsi il controllo del rispetto delle scelte strategiche previste dagli strumenti di programmazione del territorio; per ultimo e primo dei nostri obiettivi rimane la tutela occupazionale dei lavoratori che non è e non sarà mai messa in discussione; tutti i lavoratori della Porto 2000 – sia i lavoratori a tempo indeterminato sia i lavoratori stagionali – devono avere le massime garanzie di continuità lavorativa e continuità nell’applicazione del CCNL; abbiamo infine sollecitato la proprietà affinché l’attuale Presidente della Livorno Porto 2000 sia coerente con le decisioni prese dalla proprietà e quindi trasparente e tempestivo nella comunicazione informativa alle organizzazioni sindacali provinciali di categoria del commercio, alle RSA, dei percorsi futuri e delle tutele per tutti i lavoratori.
la Cgil
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