Sulla Porto Livorno 2000 il Comune può davvero fare “puntoeaccapo”
Sulla Porto Livorno 2000 il Comune può davvero fare “puntoeaccapo”. Svolgere un ruolo non subalterno, di tutela del bene pubblico, di applicazione intelligente della legge (84/94) che non obbliga,come dimostrano le esperienze in Italia,l’AP a vendere la Totalità delle proprie Quote.
Con una operazione trasparente l’AP potrebbe effettuare (nelle more della approvazione del nuovo PRPorto) una sollecitazione pubblica di dichiarazione di interesse verso tutti i soggetti disponibili a rilevare la parzialità delle quote in una funzione di forte valenza economico-sociale e non di mero interesse privatistico.
La stessa cessione parziale delle proprie quote e l’atto successivo della concessione di “servizi di stazione marittima e di assistenza ai passeggeri “possono essere compiuti con tempi e modalità distinte evitando rischi di opacità e scambi impropri di valori patrimoniali certi con aleatori piani di impresa sottoposti alla volatilità del mercato e all’esclusivo interesse del singolo operatore.
Ricordiamo che quello richiamato dalla Legge è un servizio di “pubblico interesse”.
Sergio Landi per il Comitato “Non svendiamo la Porto Livorno 2000”
Riproduzione riservata ©