Adesso è il momento di ripartire
Le elezioni 2014 sono stato uno schiaffo terribile per Pd Idv Ssel Livornesi. La debolezza di questa coalizione senza futuro è rintracciabile nella pochezza politica del leader regionale di Sel, che già prende le distanze dall’affondamento del PD Livornese. Ma proprio il gruppo dirigente locale del PD porta la maggiore delle responsabilità, degli errori e della ostinata miopia politica soprattutto se se si guarda alla ulteriore perdita drammatica di voti nei 15 giorni prima del ballottaggio.
Per quanto riguarda Livorno Democratica, potremmo vantarci di essere stati facili profeti: vi avevamo avvisato che l’alleanza era sbagliata e che lo slogan “Livorno punto e a capo” era feroce e inutile.
Ma non è questo il punto. Il problema è la reale e drammatica esigenza del sistema sociale livornese di ricostruire una vera e propria classe dirigente che sia capace di guardare ai problemi e al futuro della città con autorevolezza e competenza. Non ci sono più rendite di posizione per nessuno, e i segnali lanciati dagli elettori sono abbastanza chiari.
Il primo elemento emerso è che la offerta politica è stata giudicata complessivamente insoddisfacente. I votanti e la partecipazione sono stati scarsi, il dibattito debole e i veri problemi della città sono stati sommersi da lotte interne fra gli schieramenti, proposte politiche poco credibili, proposte populiste (che hanno vinto e che speriamo assumano il profilo della concretezza e responsabilità una volta al governo), vecchie ideologie o proposte coraggiose ma destinate a non avere futuro.
Il secondo elemento emerso è quello della incapacità dell’offerta politica di dialogare con le parti dinamiche, non protette da corporazioni e garanzie, ma socialmente maggiormente vocata al futuro e all’investimento: è mancato il dialogo con i giovani, precari, piccola-media impresa, nuove imprese, organizzazioni sociali e terzo settore, con quei ceti che sono in questo memento storico quelli meno tutelati.
Il terzo e ultimo elemento è identificabile nella incapacità della proposta politica dei partiti di governo (nazionale e locale) di proporre un’idea, una strategia, un progetto credibile sulla città che, si deve ricordare con tristezza e dolore, al di là delle statistiche e della loro evidenza, è la più in difficoltà, la meno dinamica, la meno attraente e competitiva fra quelle oltre i 100.000 abitanti dell’intero Centro Nord Italia. Sono anni che la decadenza e il declino continuano e che la classe dirigente locale non riesce ad invertire il trend e a portare avanti proposte convincenti e seriamente ponderate. Come pensare che prima o poi anche gli elettori non se ne accorgessero?
Politicamente parlando la sintesi potrebbe essere questa: l’errore maggiore è stato pensare di appellarsi ai presunti “garantiti” dalla permanenza del PD e dei suoi alleati, dando per scontato il voto degli altri, per inerzia o per convinzione, senza avere proposte e persone adeguate. Le interviste degli sconfitti che fanno i saggi (De Filicaia) continuano ancora ostinatamente a ripetere questo: non siamo stati capaci di mobilitare la CGIL e il nostro popolo. Speriamo che presto si rendano conto del significato patetico di queste affermazioni vecchie come un congresso di trent’anni orsono.
Secondo noi, la società ha dato altri segni: la parte dinamica della società e i non protetti (o chi ha paura di perdere protezione) ha preferito il cambiamento al buio rispetto all’inerzia del declino e della decadenza promossa dall’alleanza di partiti inaffidabili e cotti.
Noi vogliamo ripartire da qui.
Vogliamo che il cambiamento viva in iniziative e e progetti, in concreta domanda di sviluppo e cambiamento, aggregando quelle associazioni, quei gruppi che hanno voglia di misurarsi con i problemi di questa città e quelli nuovi di questa società, ma anche attraendo coloro che non partecipano più, capendo che il muro di Berlino è caduto 25 anni fa e che oggi una città è dinamica e competitiva se riesce a rendere le proprie risorse accessibili a chi ha idee; a far crescere la qualità dei servizi senza farli diventare tasse in più, ad attrarre investimenti in turismo e riqualificazione, a definire un proprio progetto di qualità e bellezza urbana, avendo il coraggio di chiamare risorse e intelligenze a contribuire, con idee nuove e non con le solite vecchie e insostenibili soluzioni.
Dobbiamo incarnare, dandogli forma politica, la sostanza del cambiamento in atto nel paese verso riforme, crescita, competitività, apertura al nuovo e progresso che dia spazio alle capacità individuali, delle imprese e di chi ha idee ed elimini definitivamente le incrostazioni corporative.
Marco Ristori
Livorno Democratica
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