Ballottaggio. Varrebbe la pena di tentare, ma…
Varrebbe la pena di tentare… Seppure oggi siamo ancora nei numeri al predominio della sinistra, storica e non, serve chiarezza. Il PD non rappresenta del tutto la città non avendo una maggioranza locale malgrado il voto Europeo, gli uomini non hanno convinto, non si evidenzia una governance libera dalle vecchie pastoie.
Ovvero, in soldini, il PD Livornese non è il vecchio PCI, non è il PDS ne’ la ‘’cosa’’ di Occhetto, non somiglia a una delle formazioni politiche che storicamente nascevano attorno a una figura carismatica o ad un gruppo intellettuale forte . Sembra un assortimento di reduci silenziosi, ci metto anche Ruggeri che silenzioso del tutto non è, con la sua aria serena e pulita da ‘’bimbo di federazione’’; un assortimento che già si divide tra ‘’loro, quelli dei quali non ci fida’’ che è il gruppo della Consigliera Bolognesi, e quello affidabile e che proverà a contare, quello del Consigliere De Filicaja; il gruppo non sembra avere la serenità necessaria per far correre di nuovo il giocattolo rotto della città. Si contano da settimane le vittime illustri e gli uomini e le donne condannati a sparire, che non arriveranno più trafelati alle riunioni con il piglio del compiaciuto ‘’compagno’’ forte. Il tempo vola. Nessuno dei due gruppi o quel che ne risulterà riuscirà però a estromettere gli ‘’anti’’ qualcuno, gli ‘’antiqualcosa’’ non meglio qualificati, perché contro qualcuno ci si può alleare con altri, pochi o tanti, mentre per fare ripartire la città stroncata da 10 anni di niente occorrerebbero idee, tanta genialità, e come è sempre stato in Labrone anche l’intelligenza necessaria per gestire la “livornesità fancazzista” e devastante che ha caratterizzato le ultime amministrazioni : idee poche e confuse, conflitti d’interesse a iosa, tutela di interessi di fuori città hanno fatto le prime donne, nell’ orgia di autoreferenzialismo cara al potere. Prendere decisioni prima del ballottaggio sarebbe forse imprudente, mentre i lupi affilano i denti.
I lupi sanno però che senza il rifugio, quello garantito dai posti in sottogoverno, non si potrà più farsi valere, e sono prudentemente allineati e coperti.
Con la città in mano alla lista probabile vincitrice si prospetta un futuro bigio, poco invogliante, anche meno promettente di quanto sia stato il decennio ultimo scorso.
Desolante o comunque poco significativo era il panorama d’opposizione, scarsamente incisiva è stata l’azione dei gruppi di minoranza della Sinistra di opposizione costruttiva, buona a minare le basi del PD ma non altrettanto capace di catalizzare voti quanto i 5 stelle. Il loro vero successo è stato nel portare la città ad interrogarsi se non fosse il momento di cambiare le teste perché cambiasse qualcosa.
E’ difficile però ipotizzare una delega al buio come quella porta a Grillo dalla destra : nessuna affinità palese lega il movimento Cinque Stelle con Fratelli d’Itali, mentre quel gruppo reca nell’eloquio del proprio vate germi di dispotismo estranei comunque a Forza Italia e a NCD. Il Movimento si scontrerebbe con il massimalismo degli elettori che difficilmente appoggeranno chi li ha bollati in passato, seppure la presa di distanza reclamata dalla Sinistra viene a mancare : i voti non hanno odore.
Difficile peraltro esser certi del fatto che gli elettori della nuova Sinistra ( non parlo dei capataz che ora assumono posizioni più sfumate ) avallino un rischio aventiniano, se così posso dire, e che intendano affondare l’alleato che nei decenni ha gestito per tuttala sinistra governo e sottogoverno.
Però quel che potrebbe verificarsi, a mio avviso, è che Ruggeri profferisca il ‘’tutto da soli, punto e basta ‘’ e corra il rischio di affrontare da solo il ballottaggio con l’obbiettivo di rigovernare senza alleanze scomode, appiccicose alla fin fine pur cosciente di avere dentro ( e forse non in minoranza ) ‘’quelli dei quali non fidarsi’’.
Forse sarà costretto a farlo per necessità: le seggiole sono sempre meno, sempre meno gestibili e comunque non per tutti, spartire viene difficile e senza amicizia non ne vale la pena, è meglio contarsi senza correr rischi di cedere terreno. A quel punto e malgrado la Caporetto del solo PD nella sinistra Livornese, ai reduci servirà il coraggio dell’ultima rincorsa fino in cima, da soli, come ai tempi della presentazione della lista ‘’in alto a sinistra’’, e orgogliosamente mettendo da parte le divisioni riusciranno nell’intento.
Resta per il ‘’poi’’ il dubbio della possibilità di coordinare le teste ed i relativi voti di consiglio in una situazione prodiana che, l’esperienza insegna, durano fino all’attimo sbagliato, magari senza che se ne accorgano, e a Livorno potrebbe succedere.
Per ora aspetto di riunire i miei amici, sempre più vecchi e sempre più stanchi, sempre meno illusi del domani e decidere con loro cosa fare. Ma con quelli che sono solo ‘’contro’’, francamente, ho e abbiamo poco in comune e penso di scegliere una fetente via vecchia, tappandomi il naso e sperando che la scomparsa di certi personaggi sia propedeutica al taglio di altri, forse peggiori, che da decenni fanno il male della città. E che Dio ci assista.
Salvatore Favati
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