Porto, dall’Ue 4 milioni per lo sviluppo
Rifiutare le rotte obbligate del passato, cercare nuovi orizzonti, affidarsi alle tecnologie innovative e, soprattutto, puntare al sostegno dell’Unione Europea, che con il programma quadro Horizon 2020 investirà in sette anni 77 miliardi di euro su ricerca e innovazione. Eccola la strada tracciata dall’Autorità Portuale durante l’edizione 2014 del workshop “Innovation in Ports & Terminals”, tenutasi quest’oggi, prima volta in assoluto per una città portuale italiana, a Livorno, nella cornice della splendida Fortezza Vecchia.
Al simposio high-tech organizzato dalla Fleming Europe, una compagnia di business intelligence specializzata in azioni di lobbying a livello comunitario, è toccato al presidente dell’Authority, Giuliano Gallanti, annunciare il nuovo corso intrapreso dallo scalo livornese: «Ci siamo candidati a diventare uno dei punti di riferimento di Horizon 2020 – ha detto –, abbiamo infatti presentato un progetto, Fire-Lift, che se approvato dalla Commissione Europea, porterà nelle casse dell’APL 4 milioni di euro da investire nella realizzazione di sistemi di trasporto intelligente».
A spiegare che cosa sia Fire Lift è stato Paolo Pagano, primo ricercatore del Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni, organismo no profit col quale l’Authority aveva firmato, ad agosto del 2013, un protocollo di intesa sulla promozione della ricerca nei settori tecnologici legati alla telecomunicazione: «Livorno – ha detto il coordinatore del CNIT – rappresenta il punto di riferimento a livello europeo per la validazione sul campo dei sistemi intelligenti di trasporto. Attraverso la partecipazione all’interno di un consorzio di 13 partner, l’Autorità Portuale avrà la regia unica di un complesso sistema di gestione dei dati (composto da sensori, link di comunicazione, banche dati e applicativi) che diventerà una realtà esportabile verso altre esperienze portuali ma anche cittadine e industriali».
Al conclave internazionale ha partecipato anche la segretaria generale dell’Associazione dei Porti Europei (Espo), Isabelle Ryckbost, che ha elogiato il percorso sin qui intrapreso dall’APL nel campo della promozione di uno sviluppo non solo infrastrutturale ma anche immateriale dello scalo portuale: «Penso sia veramente importante per i porti lavorare sulle innovazioni tecnologiche. La globalizzazione, il gigantismo navale e l’inquinamento ambientale impattano sempre di più sulle relazioni commerciali tra i paesi: i porti hanno bisogno di essere sostenuti attraverso una politica di incentivazione a favore della crescita, della mobilità e della connettività sostenibile. Per questo motivo faremo opera di moral suasion perché il progetto Fire-Lift dell’Authority ottenga l’ok della Commissione Europea».
Dopo l’accordo di collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture sul campo della innovazione tecnologica, che ha attivato nuove sinergie ai fini della partecipazione a progetti di livello internazionale (il Green Cranes è uno di questi ed è nato per incentivare l’uso del gas naturale liquefatto a Livorno), Fire-Lift diventa un altro tassello fondamentale per aumentare la competitività dello scalo labronico: «Siamo l’unico porto ad avere oggi la possibilità di presentare un master plan coordinato e coeso nel campo delle tecnologie applicate al sistema portuale – ha concluso Gallanti –, il nostro obiettivo è quello di mettere in rete le tecnologie oggi presenti e sfruttarle per efficientare il trasporto marittimo».
Riproduzione riservata ©