Tre giovani ingegneri livornesi…nello spazio
Stefano Piacquadio, Michele Rognini e Alessandro Frigerio, studenti di 22 anni di ingegneria aerospaziale, sono stati selezionati per un progetto dell'Esa (European Space Agency)
di gniccolini
“Houston…abbiamo un problema”. Immaginatevi se questa storica e drammatica frase lanciata dall’Apollo 13 fosse stata ricevuta, alla base di controllo, da tre livornesi. Forse fra qualche anno Stefano Piacquadio, Michele Rognini e Alessandro Frigerio potrebbero proprio essere, perché no, nella sala dei bottoni della Nasa. Per il momento i tre studenti universitari nati e cresciuti all’ombra dei Quattro Mori e studenti al corso di laurea di ingegneria aerospaziale a Pisa fanno parte, insieme ad altri due studenti livornesi e altri otto ragazzi provenienti dal resto della Toscana e d’Italia, di un team che si occupa di un progetto per la realizzazione di un innovativo sistema di raffreddamento in ambienti a gravità ridotta, come lo spazio. E gli stessi livornesi stati selezionati dall’Esa (European Space Agency) per partecipare ad una missione spaziale che prevede la realizzazione, da parte loro, di un esperimento da condurre in condizioni di microgravità a bordo di un razzo sonda. “Questo progetto è inquadrato all’interno di un programma di Esa educational – spiega Piacquadio che si chiama Rexus/Bexus (Rocket and balloon experiments for university students). Stiamo lavorando alla realizzazione di questo progetto che vedrà come fase finale il lancio di questo razzo dalla base Esrange Space Center di Kiruna, in Svezia, nel marzo del 2015”.
Un progetto ambizioso al quale stanno lavorando i tre nostri giovani concittadini. Il loro compito sarà quello di studiare quindi un raffreddatore di macchinari in assenza di gravità e montarlo su un razzo sonda che verrà appunto lanciato fra un anno dalla base nordeuropea. Per conoscere approfonditamente il progetto a cui stanno lavorando i tre ragazzi di 22 anni, o chiunque fosse interessato magari a fare da sponsor all’iniziativa scientifica, può consultare il sito www.phosproject.com, oppure visitare il gruppo Facebook “Phos Project” seguirlo su Twitter (@phos_team).
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