Nuova occupazione di una famiglia sfrattata. L’Ex Caserma: appoggiamo questo gesto
Una famiglia, che ieri mattina ha subito lo sfratto con forza pubblica, ha deciso di occupare oggi pomeriggio un appartamento sfitto presso gli Scali del Refugio. Come ExCaserma Occupata abbiamo deciso di appoggiare questo gesto sia per solidarizzare con la famiglia lasciata in mezzo di strada dall’amministrazione comunale, sia per rispondere al duro colpo repressivo scatenato ieri, tra Roma e Napoli, a carico di esponenti e militanti dei coordinamenti di lotta per la casa e dei collettivi di precari. Lo scenario nazionale sulla questione casa continua ad essere grave. Le istituzioni non forniscono nessun paracadute sociale, nessun servizio di ausilio alla maggioranza delle persone che si trovano in una condizione di precarietà abitativa. Nel frattempo questa precarietà aumenta a dismisura, con sfratti che si susseguono ed incrementano la popolazione dei senza casa. Come accennato prima, ieri si sono verificati sfratti sul nostro territorio che hanno lasciato sul marciapiede numerose persone, nel disinteresse più completo dell’ufficio casa che ha profilato come soluzione a queste persone “il riparo dei ponti”. Contemporaneamente chi ci “governa” sceglie di appoggiare politiche abitative che occasionano solo profitti per i costruttori edili. Dunque, mentre qualche privato si arricchisce, la gente viene “accompagnata gentilmente” sotto un ponte. Questo argomento interessa un altro aspetto che articola attualmente la lotta per la casa a Livorno, ossia la questione delle graduatorie per le case popolari. Quelle famiglie che si sono viste decurtare i puntegggi sono scese, giustamente, sul piede di guerra. Non si esclude che queste ricorrano al Tar con l’obiettivo di bloccare le graduatorie. Se il saldo abitativo, se le case popolari disponibili sono esigue è perchè si è investito più a favore dei privati, piuttosto che in edilizia residenziale pubblica, cioè in case popolari.
C’è da aggiungere che la suddetta decurtazione è avvenuta per ragioni politiche, in faccia alla situazione oggettiva di emergenza in cui vivono queste famiglie, che per un pregiudizio ideologico (ossia la contrarietà verso l’occupazione, che per molti rappresenta un’azione necessaria, di sopravvivenza) si vedono negare un diritto fondamentale come quello alla casa. Sebbene non sia loro scopo danneggiare chi avrebbe ricevuto assegnazione con questa graduatoria, è chiaro come il problema sia stato generato a livello istituzionale. Non possiamo dunque responsabilizzare in negativo adesso chi sceglie di ricorrere per vie legali al riconoscimento di un diritto fondamentale. Queste famiglie proveranno prima a fare un ricorso amministrativo per non danneggiare la graduatoria; in caso però di sordità da parte dell’interlocutore istituzionale è chiaro che saranno necessari e doverosi anche gesti più decisi come il ricorso al Tar. Il comitato casa dell’Ex Caserma esprime, attraverso un gesto di lotta, la massima solidarietà a chi oggi si batte per dei diritti universali, a chi è vittima della repressione, come a chi si vede negare un diritto inalienabile come quello alla casa.
Ex Caserma Occupata
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