Con la vittoria di Renzi basta parlare di correnti nel Pd

Finite le primarie a Livorno rimane un PD che sembra attraversare una situazione paradossale. In particolare si continua a ragionare di rappresentanza di corrente quando queste, finite le primarie, si dovrebbero essere “dissolte” in favore di un nuovo corso che non sia più basato su scambi fra pochi, caminetti e scarsità di dibattito ma che possa introdurre nuovi meccanismi di partecipazione sostanziale come patrimonio di tutto il PD livornese. Si vedono ancora invece, soprattutto dal lato “renziano”, atteggiamenti poco comprensibili cominciati col veder proposti capi-lista come coordinatori d’area (quale area non si è capito se Renzi ha sciolto la sua corrente, dopo aver già dichiarato che i “renziani” non esistono). Fino a sentir dichiarare sui giornali da parte degli ex candidati segretari (quelli che hanno perso a Livorno) che non entreranno nella direzione del partito, visto che avendo perso ai congressi di circolo rappresentano l’alternativa. Cosa secondo me incredibile nella sostanza: perché non entrare in un organismo che deve rappresentare “tutti” nel partito proprio ora che ha vinto Renzi? Poi c’è la modalità usata che ha poco senso dato che diversi esponenti “renziani” che parlano in questi giorni non potranno mai rappresentare nessuno al di fuori di loro stessi, o al massimo dei loro “gruppi”. Come farebbero, anche volendo, senza una vera delega diretta a parlare a nome di tutti i migliaia di elettori “non addetti” ai giochi politici che a Livorno hanno votato Matteo Renzi segretario del PD, oggi come nel 2012.

Penso invece che sia importante chiudere questa fase e dare un segnale nella linea di un vero cambiamento “di-verso” che non può essere un regolamento di conti, o un mero riposizionamento di posti a percentuale. Abbiamo votato Matteo Renzi che ora finalmente è segretario nazionale per cambiare sul serio non per ricominciare a perpetuare vecchi modi di fare politica mascherandoli sotto una nuova etichetta. Quindi il segnale forte da parte di chi ha sostenuto Renzi deve essere il contrario a quanto visto in questi giorni a Livorno. Non andarsene o chiudersi in una corrente o area che dir si voglia ma entrare nel gioco con coraggio, mettersi a disposizione. E farlo ognuno col proprio cognome, citando Matteo stesso, assumendo l’atteggiamento attivo di chi ha voglia di cambiare davvero le cose. Inizia un nuova stagione, quella in cui a livello territoriale ci si deve mettere in gioco tutti nel PD, ognuno mettendosi a disposizione per dare contenuti forti alla delega che attraverso il voto è stata data ai segretari e allo scopo di facilitare lo stesso spirito di cambiamento. Per questo comincio anch’io da iscritto e in coerenza con tutti gli eventi aperti promossi nello spirito dell’Agorà, offrendo di continuare nel PD a promuovere e facilitare queste esperienze di ascolto aperte, senza iscrizioni o documenti da firmare ma finalizzate all’ascolto e alla proposta, come sempre si è fatto. Perché nel PD che voglio ora non vedo persone che riempiono caselle di una burocrazia a percentuale o capetti nominati da piccoli gruppi. Ma vedo un grande tavolo dove ognuno di noi porta qualcosa da regalare agli altri. E che gli altri, tutti noi, useremo insieme in modo solidale abbandonando ragionamenti e gelosie da vecchia politica di corrente, quella che sta portando Livorno al fallimento. E al contempo senza la paura di confrontarsi se dal confronto si genererà poi dialogo sul cosa fare nel concreto.

Daniele Bettinetti

 

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