Le Terme del Corallo non diventino solo uno spot!

Non ci sono dubbi nel dire che sabato 28 maggio la città di Livorno ha assistito ad un grande e atteso evento, la riapertura della Terme del Corallo. Per quanto il direttore del quotidiano locale ci ricordi che ciò è stato reso possibile grazie all’operazione iniziata dal sindaco Lamberti e proseguita poi dal suo successore Cosimi, è giusto invece riconoscere completamente il merito dell’operazione all’Associazione Reset, l’Associazione Terme del Corallo Onlus e all’Amministrazione Comunale. Perché è bene non dimenticare che nel 2005 i costruttori Bottoni e Cagliata cedettero l’edificio delle Terme e il parco annesso al Comune in cambio di una variante al piano regolatore per edificare sei palazzi nell’area degli ex stabilimenti della Coca Cola. Circa 1.200.000 euro gli oneri di urbanizzazione per sistemare il parco e mettere in sicurezza gli immobili, tutti sulle spalle dell’amministrazione. Quindi il recupero delle Terme non era sicuro, ma sicura era la cementificazione!

I costruttori, inquisiti per non aver effettuato precedenti opere di manutenzione delle strutture e del parco, con ipotesi di reato nel danneggiamento al patrimonio storico e artistico nazionale, nel 2010 furono assolti ma l’incognita del progetto rimase: non c’erano le capacità finanziarie per procedere al restauro, e non esisteva agli atti alcuna forma di finanziamento per il recupero della struttura. Già allora si parlava di finanziamenti europei mentre si costruivano tutto intorno edifici altissimi. L’operazione urbanistica di rilancio e recupero delle Terme, strettamente connessa al piano attuativo per nuova edificazione, ci ha lasciato almeno 120 appartamenti in parte invenduti, mentre del milione e mezzo di euro poco è stato effettivamente speso, eccetto alcuni modestissimi interventi compiuti negli anni a seguire dall’amministrazione. Insomma, non proprio un percorso virtuoso di recupero di un bene pubblico.

Ma tornando ad oggi, l’operazione di recupero e pulizia del parco affidata dall’amministrazione alle due associazioni di volontariato è stato un importante momento di cittadinanza attiva che ha visto centinaia di persone coinvolte in un atto di tutela civile in difesa del proprio bene comune, terminato in una bellissima immagine delle Terme illuminate in una serata di quasi estate. Ma ci chiediamo, una volta spenti i riflettori, cosa ne sarà di questo importante luogo culturale? Come si pensa di provvedere al restauro e al mantenimento in vita della struttura? La cultura non è uno spot, e se un bene si restituisce ai cittadini poi non si può richiudere. Perché se nell’articolo 9 della Costituzione la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la tutela dei beni come diritto costituzionale del cittadino, l’articolo 117 stabilisce che questa, e con lei gli enti territoriali, debba provvedere a garantire i servizi essenziali concernenti i diritti garantiti, tra cui quindi anche l’accesso alla cultura nei suoi beni materiali e immateriali. Per questo, per quanto sia stato encomiabile l’opera dei cittadini coinvolti, speriamo che la sopravvivenza di questa bellissima struttura non debba dipendere solo dal lavoro volontario, ma che si lavori concretamente perché le Terme tornino ad essere visitabili 365 giorni l’anno, e che siano un’occasione di sviluppo e di lavoro per le tante associazioni ed imprese culturali cittadine che operano professionalmente, nonché attrattiva turistica per la città.

Ci auguriamo infine che l’unica speranza per il recupero della Terme del Corallo non sia l’operazione Bellezza del Governo Renzi, che mette a disposizione 150 milioni di euro per recuperare i luoghi culturali dimenticati, da segnalare attraverso il mail-bombing. Ce lo auguriamo non solo perché basta digitare su Google la notizia per vedere quanti enti, comuni, associazioni si appellino alla cittadinanza perché partecipi, per capire, di fronte alla vastità del patrimonio anche solo minore italiano, quanto sia irrisorio il budget del governo. Ma anche perché quello del governo è un progetto politico che fa del patrimonio culturale, materiale e immateriale, un oggetto muto e immobile da esibire, non un ambito in cui si agisce dal punto di vista sociale ed economico lontano dal ruolo centrale nello sviluppo e nella crescita cittadina che da sempre gli riconosce Buongiorno Livorno.

Valeria Giuliani – Gruppo Cultura #BuongiornoLivorno

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