Favori in gara d’appalto, dipendente Aamps a giudizio
Tale persona, alla luce del ruolo rivestito all’epoca dei fatti all’interno dell’azienda, avrebbe prospettato ad un dirigente di una società privata la possibilità di inserire, in occasione del nuovo bando di gara, clausole più vantaggiose a fronte dell’elargizione di una somma di 20 mila euro
La Procura della Repubblica di Livorno ha chiesto, il 25 febbraio scorso, il rinvio a giudizio di un dipendente Aamps per – come si legge in un comunicato inviato dalla Finanza la mattina dell’11 marzo – un tentativo di induzione indebita a dare utilità. L’indagine di polizia giudiziaria, sviluppata dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, è stata finalizzata a riscontrare possibili irregolarità connesse ad alcuni bandi di gara promossi dalla società partecipata per lo spazzamento dei rifiuti in città.
Gli accertamenti investigativi – condotti, a partire dai primi mesi del 2015, attraverso l’esame documentale degli atti e dei tabulati telefonici e, soprattutto, mediante l’incrocio di una serie di informazioni acquisite da persone terze e dallo stesso indagato – hanno fatto emergere condotte ritenute caratterizzanti un “tentativo di induzione indebita a dare utilità” che sarebbe stato commesso, agli inizi del 2013, da un dipendente dell’azienda, residente a Livorno.
Più in dettaglio, tale persona, alla luce dei suoi poteri di incaricato di pubblico servizio e del ruolo rivestito all’epoca dei fatti all’interno dell’azienda municipalizzata, avrebbe prospettato ad un dirigente di una società privata la possibilità di inserire, in occasione del nuovo bando di gara riguardante un appalto, clausole più vantaggiose a fronte dell’elargizione di una somma di 20 mila euro. Le indagini hanno consentito di acclarare che la richiesta di denaro non è stata accettata dal dirigente della società privata.
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