In via Goito fattoria e posti sotterranei
Il progetto prevede lo sfruttamento dell’area di 62.000 metri quadri per la costruzione di una piccola area residenziale che occuperà circa il 20% del terreno complessivo
di Claudio Caprai
È stata presentata la proposta di riqualificazione di via Goito che prevede la trasformazione dell’area appartenente alla Società Cooperativa Clc in un terreno multifunzionale comprendente un allargamento degli Orti Urbani, una fattoria, un parco ed un’area residenziale.
L’accordo coinvolge la cooperativa, il Comune di Livorno e i residenti della zona, circa 300 famiglie che hanno sottoscritto una petizione trasmessa al Comune. L’intesa prevede lo sfruttamento dell’area di 62.000 metri quadri per la costruzione, come detto, di una piccola area residenziale, con case tutte altamente ecocompatibili e di classe A, che occuperà circa il 20% del terreno complessivo, più un parco urbano, un ampliamento degli orti urbani, una fattoria e un mercato a chilometro zero.
L’obiettivo è quello di mantenere la memoria storica del posto visto che due secoli fa ospitava la fattoria all’Erbuccia e che fino a 30 anni fa segnava il confine tra la zona agricola e la zona cittadina di Livorno, fornendo un’agricoltura di servizio per la zona.
Il progetto è stato illustrato dagli architetti Lorenzo Vallerini e Francesco Farnetani, insieme all’ingegnere Antonino Valenti.
L’idea del parco nasce infatti dall’origine storica del luogo. Sarà inoltre presente una fattoria con pecore e cavalli. I responsabili della fattoria si occuperanno del taglio dei prati e di dare vita ad un punto ristoro e un mercato a chilometro zero. Previsti anche parcheggi sotterranei per non togliere spazio al parco. Saranno inoltre restaurati gli antichi tracciati e gli antichi muri che recintavano le proprietà agricole.
“La scelta di adibirlo ad area agricola – spiegano i responsabili del progetto- non ha solo lo scopo di valorizzare le aree storiche, ma è anche una scelta gestionale. La manutenzione, minima, di un parco del genere costerebbe almeno 50mila euro annui, mentre in questo modo, affidandosi anche ad altre strutture, il costo è enormemente ammortizzato e la frequentazione delle strutture da parte dei cittadini aiuterebbe ad evitarne il degrado”.
Al momento il progetto è in attesa di una valutazione tecnica e del completamento dell’iter per poter dare il via ai lavori, la prima bozza di questa idea risale al 2012.
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