Balneari, rinnovi a 20 anni
Delibera della Regione: chi presenterà un piano di investimenti importanti potrà chiedere il rinnovo della concessione sul demanio marittimo da sei a venti anni. Ecco gli investimenti richiesti
Chi presenterà un piano di investimenti importanti potrà chiedere il rinnovo della concessione sul demanio marittimo da sei a venti anni. Con l’approvazione di una serie di linee guida a cui i Comuni, concessionari in Toscana del demanio, potranno ispirarsi, la Regione offre una via di uscita al balneari, che il 17 febbraio scenderanno a Roma in piazza per difendere le concessioni dalla direttiva europea Bolkestein che vuol mettere all’asta le concessioni del demanio marittimo a partire dal 2020. Ma che, a seconda della sentenza della Corte europea di cui si attende la pubblicazione, potrebbero decadere anche prima, nonostante le proroghe del legislatore italiano. Nella capitale domani è attesa una riunione della Conferenza delle Regioni che affronterà il tema.
“Quella toscana non sarà forse la risposta risolutiva – commenta il presidente Enrico Rossi – ma è una possibile via che i balneari e i Comuni che lo vorranno, senza obblighi, potranno percorrere”. Anzi, ha fatto sapere Rossi durante il consueto briefing settimanale con i giornalisti, sette od otto operatori già si sono fatti avanti con un piano di investimenti. In caso contrario i balneari potranno attendere l’esito della sentenza e la disciplina transitoria, con il rischio però che tutte le concessioni non attive o in proroga al 31 dicembre 2015, che sono poi la maggioranza, debbano essere messe da subito a gara.
La delibera con le linee guida sulla messa a bando delle concessioni, condivise con l’Anci, l’associazione dei Comuni, è stata approvata oggi dalla giunta regionale. I progetti presentati dovranno prevedere investimenti nell’ambito demaniale e non all’esterno. Oltre ad interventi sulle strutture ricettive, che una volta scaduta la concessione rimarranno proprietà pubblica, saranno presi in considerazione l’eventuale ripascimento della banchina erosa, lavori sulla scogliera frangiflutti o la riqualificazione dell’accesso al mare. Saranno pesati anche gli investimenti fatti prima della richiesta di una nuova concessione e non ancora ammortizzati. Il testo è stato portato in giunta dall’assessore al turismo e allo sviluppo economico, Stefano Ciuoffo. “L’obiettivo – spiega l’assessore – è duplice: offrire uno strumento ai balneari per mettersi in sicurezza, ma anche mantenere elevata e migliorare l’offerta turistica complessiva della regione”. Il meccanismo è semplice: chi vuole chiedere un rinnovo presenta un piano di investimenti al Comune. L’amministrazione comunale a quel punto pubblica il progetto. Se nessuno rilancia, se lo aggiudica. Se qualcuno propone un investimento più grande, la concessione passa di mano. Per Rossi la delibera della Regione non è in contrasto con la Bolkestein. Infatti non disciplina o detta legge, ma offre solo linee di interpretazione rispetto alla normativa nazionale. “Sono stato in Europa a parlare con la direzione generale della concorrenza più di una volta – chiarisce Rossi ai giornalisti -. Partire dal considerare chi ha gestito lo stabilimento e se un soggetto presenta un progetto di investimenti e di sviluppo è perfettamente in linea con la direttiva”.
Le linee guida, comuni a tutto il territorio regionale e dunque capaci di mettere ordine nelle scelte dei singoli comuni, rendendole omogenee, aiuteranno anche a impedire in futuro la pratica del subaffitto, ovvero “quello scandalo, poco diffuso a dire il vero in Toscana – ha sottolineato Rossi – per cui ci sono persone che pagano poche decine di migliaia di euro per avere la concessione dal demanio e poi subaffittano a prezzi esosi“. Si tratta di un effetto della delibera, per così dire, collaterale. Chi accetta la gara lo fa infatti con investimenti a quel punto parametrati alla resa e al valore di mercato dello stabilimento e i margini per il subaffitto si accorciano sensibilmente.
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