Omicidio via Roma: 2 piste. Si cerca l’arma del delitto. Indagini sui tabulati
La vittima è un 39enne lituano, ex camionista. La squadra mobile alla ricerca di qualche contatto telefonico tra la vittima e l'assassino
di gniccolini
Tragedia in via Roma (clicca sul link sotto all’articolo per vedere la fotogallery). Un uomo di 39 anni, Vitali Kimpis , di origine lituana, è stato trovato in una pozza di sangue all’interno di un portone al civico 326, proprio nel palazzo dove abitava insieme alla moglie, intorno alle 22,30 del 6 febbraio (cliccando sotto alla foto principale è possibile vedere dove si è consumato l’accoltellamento mortale). A dare l’allarme un residente del palazzo di fronte che, rincasando, ha visto riverso a terra una persona agonizzante. Sul posto il 118 ha inviato immediatamente un’ambulanza della Svs da via San Giovanni che ha tentato in tutti i modi di rianimare l’uomo. Inutile ogni tentativo di salvare il 39enne ferito con un fendente mortale in pieno petto.
Secondo le prime ricostruzioni, il killer avrebbe agito con un solo colpo ben assestato che avrebbe colpito il cuore della vittima non lasciando scampo al lituano. Poi la corsa disperata in ospedale e il decesso al pronto soccorso. Sulla sua morte indaga la polizia, subito alla ricerca del responsabile del tragico gesto. E’ caccia all’uomo. Non si esclude nessuna possibilità e nessuna pista. Ancora da capire il movente che ha portato all’omicidio.
Secondo gli inquirenti, il colpo inferto al lituano, potrebbe essere stato scagliato da una mano esperta vista la tipologia e la perizia nel portare il fendente, sferrato dal basso all’alto in maniera letale. Sempre da quanto ricostruito dagli investigatori, la vittima stava rincasando quando, verosimilmente, ha trovato ad attenderlo sulla porta di casa, il suo assassino. Le indagini sono coordinate dalla squadra mobile della questura di Livorno.
Le indagini – Gli inquirenti stanno cercando di far luce su questo omicidio partendo proprio anche dai tabulati telefonici della vittima. Da capire infatti se tra le ultime chiamate di Vitali Kimpis ci possa essere anche quella fatta proprio al suo assassino. La vittima, morta circa mezz’ora dopo al pronto soccorso, non avrebbe proferito parola alcuna, neanche un sussurro, un nome che avrebbe potuto in qualche maniera gli inquirenti.
La polizia ha inoltre cercato, senza esito positivo, l’arma del delitto. Gli agenti hanno setacciato la via e le zone limitrofe la sera stessa del delitto e la mattina seguente di domenica 7 febbraio, andando a guardare tra i cespugli e anche in alcuni cassonetti della spazzatura, ma della lama che ha ucciso Vitali Kimpis nessuna traccia. Il lituano si era trasferito da poco in quell’appartamento, appena due mese. Nel quartiere si sa poco di lui. I rapporti con il vicinato sembrano essere cordiali ma niente di più. L’uomo ha fatto per molto tempo il camionista ma attualmente non stava lavorando. Aveva due figli ma non vivevano insieme a lui e alla moglie.
Dalla questura per ora bocche cucite sulle ipotesi anche se non nascondono che attualmente si stia “lavorando su due piste specifiche” e che il delitto sembra a tutti gli effetti una vera e propria esecuzione di un regolamento di conti.
La moglie è stata ascoltata tutta la notte in questura ma non avrebbe fornito particolari utili alle indagini e soprattutto necessari a capire il movente.
Il mistero dunque si infittisce ancora di più. A chi potrebbe aver fatto qualcosa di male Kimpis? Perché si è arrivati a questo? Si tratta di un regolamento di conti per un debito mai pagato?
Soltanto il proseguo delle indagini potrà cercare di dare una soluzione a questo interrogativo.
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