Goldoni, Sel scende in campo: “Azionariato popolare per aiutare il teatro”

"Diamo vita a una iniziativa di azionariato popolare, che porti una rappresentanza di cittadini all'interno della Fondazione Goldoni"

di Carola Centi (@caro_centi)

Una conferenza stampa trasformatasi in un vero e proprio circolo degli artisti, quella indetta da Sel per analizzare la drammatica situazione che ha colpito il Teatro Goldoni e a cui la cittadinanza non vuole rassegnarsi. Tante le personalità del mondo dell’arte, che riallacciandosi alla pagina Facebook “Io sono il Goldoni”, hanno voluto offrire il proprio contributo a questo punto di riferimento storico, che dal 1847, anno della sua inaugurazione, ha dato lustro e prestigio alla nostra città.
C’è stata Simonetta Del Cittadino, attrice e regista da quasi quarant’anni che definendo il Goldoni come un “parente venuto a mancare” ha voluto dedicargli un passo tratto dalla seconda scena del terzo atto dell’Amleto di Shakespeare, ma c’è stato anche chi si è avvicinato all’arte proprio tramite il Teatro stesso, come la giovane Rosanna Mazzi, che fa parte del coro del Goldoni dal 2002 e che ha intrattenuto i presenti con due canti gregoriani a cappella di Ildegarda di Bingen.
Non solo elogi sono stati i protagonisti di quest’incontro ma anche forti critiche su come l’Amministrazione abbia gestito il complesso, definita più volte “incapace e vergognosa” da un’altra veterana del teatro, Maila Nosiglia, ma al centro del dibattito anche i timori che possa subire lo stesso destino della Gran Guardia e dell’Odeon.
“E’ importante che le persone riscoprano il centro cittadino, che tornino a vivere i suoi teatri – ha commentato Marco Sisi, noto video maker – il Kino Dessè rischia di chiudere i battenti, mentre il Cinema Grande è probabile che lo faccia entro la fine dell’anno. Dobbiamo tirare fuori il nostro orgoglio di cittadini livornesi, di tutta la cultura che c’è e che c’è sempre stata, non facciamola morire in maniera inesorabile”.
Un largo spazio, hanno avuto anche i progetti di Sel, che prevedono di mettere in campo immediate azioni di storno per sopperire a quei 130 mila euro mancanti che garantirebbero la conclusione dei lavori programmati.
Per un futuro prossimo invece si auspica, che in assenza di copertura da parte del Ministero degli Interni, sia abbandonata l’attività di ordine pubblico sussidiaria a quella delle Forze dell’Ordine, in modo che le risorse risparmiate vengano reimpiegate sulle attività dove l’Ente opera come esponenziale della comunità, quindi anche su attività culturali.
Per quanto riguarda il problema della Fondazione e della mancanza di reperibilità di fondi per il Mascagni, il gruppo Sel crede che mettere a disposizione del patrimonio della Fondazione la Palazzina uffici, seppur importante, risulti essere un mero palliativo che concederebbe maggiore autonomia finanziaria nel reperimento delle risorse. Più costruttiva invece, ed è la proposta di Sel, sarebbe “un’iniziativa di partecipazione popolare che porti ad una forma di azionariato popolare per legare sempre di più i cittadini al “loro” Teatro attraverso strumenti di rappresentanza collettiva nella Fondazione”
“Da livornese d’adozione posso affermare che mai come in questa città ho assistito ad un cospicuo numero di artisti di così alto livello – ha concluso il regista ed ex direttore artistico di Effetto Venezia fino al 2009, Michelangelo Ricci – ma nonostante tutto questo fermento, i livornesi si ritrovano sempre a fare i conti con una più alta volontà che tende a chiudere ed eliminare le forze creative. E’ giunto il momento di prendere una posizione netta contro i distruttori d’idee, perché Livorno è veramente una dimensione di creatività straordinaria e va solo incentivata, non distrutta”.

 

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