Aci: conciliare la promozione del territorio con il diritto alla mobilità in sicurezza
Ben vengano le manifestazioni lungo le strade del territorio, a condizione che siano regolamentate per tutelare il diritto alla mobilità incolume dei cittadini
L’iniziativa ciclistica sbarcata dalla nave da crociera Berlin nei giorni scorsi ha rappresentato una vera e propria pacifica invasione, portata da un nutrito gruppo di visitatori che, una volta saliti in sella, si sono mossi dal porto di Livorno alla volta di Pisa. Non stiamo parlando di 300 ciclisti allenati a pedalare tutto l’anno, rapidi e abituati al transito all’interno della tanta trafficata quanto pericolosa sede stradale, bensì di un plotone composto da amatori improvvisati. Uno sciame di turisti tedeschi vogliosi solo di far festa. Se da un lato questo happening ha rappresentato un momento ludico ricco di colore, allegria e utile a promuovere le bellezze del nostro paesaggio locale attraverso le contemporanee riprese di una troupe televisiva che ha affiancato questo atipico viaggio ai fini della realizzazione di un reportage (andrà in onda il prossimo 28 marzo 2016 sul canale BR Bayerisches Fernsehen, all’interno della trasmissione di argomento turistico ‘Fernweh’), la carovana di ciclisti ‘della domenica’ ha costituito però allo stesso tempo un rischioso intralcio alla regolare circolazione.
Ci è stato riferito da fonti attendibili che ad esempio in quel di Pisa, precisamente all’altezza della rotatoria in località Barbaricina, lungo l’Aurelia il traffico sia rimasto bloccato oltre mezz’ora per consentire il deflusso di tutte le biciclette che per l’occasione erano scortate da veicoli dei Carabinieri che fungevano da apripista. Riteniamo molto grave il fatto che si siano verificati blocchi e/o restrizioni di tale portata lungo una delle arterie stradali più importanti d’Italia.
Anche se per tutelare una pur lodevole manifestazione, non si può di contro pensare di penalizzare la mobilità privata: questo è il principio che, ad esempio, costantemente viene ripetuto dai polemici detrattori del rallismo. Non comprendiamo il motivo per cui tale motivazione non debba assumere valore anche rispetto a un disagio di questa natura, peraltro preannunciata alla popolazione con modalità lacunose sotto il profilo della tempistica e della diffusione.
Per ACI, Ente tradizionalmente promotore e organizzatore di rally automobilistici, la vita ad esempio si è fatta progressivamente sempre più difficile. Non tanto per la componente data dalla ricerca di partnership, sponsorizzazioni e supporto economico, imprescindibili per l’allestimento di una tipologia di evento che, data la sua natura decisamente articolata, comporta costi di gestione alquanto elevati. Ci riferiamo all’aspetto sociale di un avvenimento penalizzato con sempre maggiore frequenza dall’atteggiamento ostile, spesso mostrato preventivamente da cittadini residenti nell’area interessata dal percorso e costretti inevitabilmente a subire qualche disagio, pur limitato e temporaneo. Tutti accampano il sacrosanto diritto alla libertà di movimento, anche se in occasione di tali eventi speciali si dovrebbe ampliare la visione al più ampio beneficio che una comunità di persone può trarre dall’organizzazione di tali manifestazioni.
In un momento di crisi globale, qualsiasi iniziativa sia finalizzata all’implemento economico deve sicuramente essere metabolizzata dalla popolazione. D’altro canto, occorre allo stesso tempo una parallela e adeguata regolamentazione, anche nel caso di cicloraduni più o meno numerosi. In futuro, da parte di tutti gli attori coinvolti, servirà un maggiore livello di tolleranza. Sarà però necessaria anche altrettanta equità di giudizio nella valutazione delle richieste formulate per portare a termine l’organizzazione di eventi: uno strumento strategico, irrinunciabile per la promozione e la crescita economica di ciascuna realtà locale.
Riccardo Heusch
Presidente Commissione Traffico e Mobilità
AC Livorno
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