Per 15 anni abusivi nella casa popolare
La coppia ha continuato a fruire dell'alloggio popolare pur avendo conseguito congiuntamente, nel 2013, un reddito complessivo pari ad oltre 41 mila euro
Nell’ambito delle attività a contrasto delle indebite fruizioni delle prestazioni sociali agevolate spettanti a cittadini in precarie condizioni economiche e sociali, finanzieri del Comando Provinciale di Livorno hanno concluso un’indagine di polizia giudiziaria a carico di un uomo ed una donna, conviventi, ritenuti responsabili, in concorso, di falso documentale e truffa aggravata ai danni della Casalp, ente che gestisce gli alloggi di edilizia residenziale pubblica nell’ambito della provincia di Livorno (la notizia è stata diffusa il 6 ottobre poco dopo le 9 con un comunicato).
Le investigazioni, coordinate dalla locale Procura della Repubblica e condotte da militari del Nucleo di Polizia Tributaria, hanno consentito di accertare come un cittadino livornese, cinquantenne, e la propria compagna, lavoratrice dipendente, abbiano mantenuto indebitamente il possesso di un alloggio popolare di 3,5 vani, ubicato a Livorno, anche attraverso una serie di artifizi e raggiri compiuti nel corso del tempo.
In particolare, è emerso che l’uomo, già dai primi anni 2000, occupava abusivamente detto alloggio popolare, corrispondendo un canone di 87 euro mensili, senza aver ottenuto l’autorizzazione al subentro dopo il decesso della nonna, all’epoca legittima assegnataria dell’appartamento. Tale occupazione è proseguita anche in presenza di un’ordinanza di sgombero del Comune di Livorno.
Peraltro, il medesimo soggetto, nel 2012, riceveva, in successione testamentaria, da un terzo, l’appartamento privato adiacente (già alloggio popolare, acquisito in proprietà, con diritto di prelazione, dal defunto assegnatario); orbene, allo scopo di non “attirare” ulteriormente l’attenzione da parte delle Autorità, l’uomo simulava, nel 2013, la donazione dell’immobile di cui era divenuto proprietario a favore della compagna, formalmente non assegnataria di alcun alloggio popolare.
A quel punto, la coppia convivente effettuava lavori di ristrutturazione, accorpando, mediante un’apertura in un muro confinante, l’alloggio popolare con l’attiguo appartamento privato, così realizzando un’unica, spaziosa abitazione, composta da sette vani.
In tale contesto, la coppia, peraltro, faceva realizzare una recinzione sul marciapiede pubblico, occupando buona parte del suolo prospicente l’abitazione stessa.
La fittizietà della donazione è stata accertata, tra l’altro, mediante l’esame della stessa documentazione presentata all’Ufficio Edilizia Privata del Comune di Livorno per la ristrutturazione dell’immobile oggetto di donazione, nella quale l’uomo si è dichiarato “unico proprietario” oltre che referente dei lavori. E’ stato, del resto, egli stesso a provvedere al pagamento delle opere.
In sintesi, la coppia convivente ha continuato a fruire del citato alloggio popolare corrispondendo un canone assai esiguo, destinato al soddisfacimento di primarie necessità abitative di persone indigenti, pur avendo conseguito, ad esempio, congiuntamente, nel 2013, un reddito complessivo pari ad oltre 41 mila euro.
A seguito degli elementi di prova raccolti, anche mediante l’esecuzione di una perquisizione domiciliare presso le due abitazioni accorpate, l’Autorità Giudiziaria ha concluso le indagini chiedendo, per evidenza della prova, il giudizio immediato innanzi al Tribunale di Livorno.
Per i presunti abusi edilizi, invece, d’intesa con la medesima Autorità Giudiziaria, è stata interessata la Polizia Municipale, per le attività di competenza.
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