Romano: “Aamps, le scuse dei grillini non sono credibili”
Di fronte alle critiche piovute sul piano Aamps da ogni parte, l’amministrazione dovrebbe con umiltà ammettere i propri errori e porvi rimedio, invece di difendersi raccontando frottole, consapevolmente o meno.
Il piano industriale nell’attuale stesura è inequivocabilmente a favore della privatizzazione e dell’incenerimento dei rifiuti, politiche che vanno in senso diametralmente opposto a quelle predicate dai grillini.
A pagina 43 del piano, si dice addirittura che l’inceneritore inquina come lo 0,1% delle auto in città, praticamente una meraviglia ecologica! Si da per scontata la fusione in Retiambiente, che secondo il proprio statuto tra pochi mesi sarà in mano ai privati ed al blocco di amministrazioni PD dell’area vasta (già firmato con i sindacati il passaggio dei dipendenti).
Una pianificazione seria, pluriennale, si può fare solo escludendo la fusione, altrimenti come fai a vincolare decisioni che prenderanno altri, quando AAMPS non esisterà più?
L’ultimazione dei famosi impianti di riciclo, infatti, citati come la dimostrazione dell’impegno ambientalista dei 5 stelle, viene prevista tra almeno tre anni (pag. 60 del piano), quando ormai a decidere saranno altri poteri rispetto al Comune di Livorno.
Nel piano si parla dell’incenerimento come di un “vantaggio competitivo aziendale a basso impatto ambientale” (pag. 49) e non c’è nessun progetto per diminuire nel tempo la quantità di rifiuti incenerita, anzi si propone di spendere 5 milioni di euro per il forno, da ammortizzare in 15 anni di lavoro a pieno regime dell’impianto (pag. 139). Il porta-a-porta è tenuto al minimo, contro le promesse elettorali. Non viene mai citata la strategia rifiuti-zero.
Dare la colpa di questo voltafaccia ai debiti è puerile, perché da anni sono pubblicamente quantificati tra i 22 e i 28 milioni e venne pure chiamato Rosi tre anni fa per evitare il fallimento. Ora i grillini dicono che per spegnere l’inceneritore bisogna prima risanare l’azienda? Lo diceva anche il PD, ma non è vero: a Messina l’azienda è in liquidazione ed ha ben 35 milioni di debiti, ma ha subito iniziato con rifiuti-zero proprio per risanarsi, così come hanno fatto i grillini a Parma dopo gli arresti e gli scandali precedenti. E’ proprio l’incenerimento a costare quattrini, insieme alle discariche. I pentastellati se lo sono dimenticato?
Andrea Romano – Resistere! Azione Civica
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