Maxi rissa in strada: “Scene di guerriglia urbana”
Maxi rissa nella notte tra sabato 18 e domenica 19 luglio. A segnalarlo sono stati proprio i residenti e alcuni lettori del nostro giornale che raccontano scena mai viste, episodi come da film e tanta paura. Circa quaranta persone coinvolte tra piazza Giovine Italia gli Scali Novi Lena intorno alle 4 del mattino. Bottiglie, spranghe, transenne e grida. E’ questo lo scenario descritto da chi ha assistito alla scena. Ma all’arrivo della pattuglie delle forze dell’ordine il caos si è disperso in un attimo. Sul posto (come si può vedere dalla foto in pagina mandata alla redazione da una nostra lettrice) arriva anche un’ambulanza della Misericordia ma sul posto, da soccorrere, ormai non c’è più nessuno. Tanti invece i feriti registrati al pronto soccorso che si sono mossi da soli per ricevere le cure del caso. Decine di segnalazioni anche alla nostra redazione, foto di spranghe tra i motorini immortalate la mattina dopo (clicca sotto la foto principale per ingrandire l’immagine).
“Scrivete che non ne possiamo più – dicono i lettori a Quilivorno.it – Oltre alla paura che abbiamo avuto hanno spaccato anche macchine e motorini in sosta con spranghe e bottiglie di vetro”. Secondo alcuni testimoni la mega rissa sarebbe scoppiata prima tra ragazzi italiani per poi coinvolgere anche alcuni albanesi.
La polizia, arrivata sul posto dopo alcuni minuti, non avrebbe trovato più nessuno.
Rimangono solo alcune testimonianze fornite da chi si è affacciato alla finestra disturbato dal caos per strada.
Ecco la testimonianza di uno dei residenti della zona che ha scritto a Quilivorno.it per raccontare ciò che ha visto
“Sono un residente che si è affacciato alla finestra è ha visto scene di guerriglia urbana che solitamente si vedono in Libia o paesi simili.. Persone che venivano aggredite a da 4 o 5 rivali che, finite a in terra rovinosamente,venivano colpite ancor più con crudeltà e violenza con bastoni, spranghe e bottiglie di vetro. Non si cerca di colpire ma di annientare il nemico senza alcuna compassione o pietà anche quando questo era già una maschera di sangue, fra le grida e le urla di masse di giovani in preda a un delirio collettivo. Cassonetti, insegne, cartelli e bottiglie di vetro, tutto era consentito di strappare e scagliare contro il prossimo. La sete di violenza non era mai sazia. Realizzando subito la gravità della situazione ho chiamato le forze dell’ordine. Solo al 5° tentativo di telefonata, la linea è risultata libera e le pattuglie sono arrivate con 30 minuti abbondati di tempo quando ormai il peggio si era consumato. All’arrivo le auto( erano 2) si sono fermate a distanza e dopo un po’ una si è addentrata nella zona calda, facendo dei giri. Ma ormai molti avevano già provveduto a sparire , lasciando sui marciapiedi sangue e devastazione. Mi son venute allora a mente le parole di un amico poliziotto che in confidenza una volta mi disse che la polizia non interviene più con fermezza e autorità come una volta. Adesso si preferisce aspettare, ” contenere” dicono, consapevoli che anche loro sono inermi e impossibilitati a difendersi con le armi in simili contesti”.
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