Il mio primo voto, tanti dubbi
Ci ha scritto un nostro lettore appena diventato maggiorenne che fra neanche una settimana, il 31 maggio, sarà chiamato per la prima volta alle urne per il voto delle Regionali. L’emozione, traspare, ed è tanta. La prima volta in cui ci sentiamo parti attive di una comunità civile e democratica. Ma anche i dubbi e le perplessità sulla vita politica attuale nell’era della globalizzazione.
Ecco l’interessante riflessione del giovane Davide
“Tra meno di una settimana dovrò fare la mia prima “X” su una scheda elettorale, che potrebbe fare la differenza nelle sorti della Toscana. Ma, essendo un diciottenne, i dubbi e le perplessità sono molte. La mia predisposizione per il mondo politico è favorita sicuramente dalla mia città di nascita, Livorno, che in questo momento mi ha “abbandonato”. Da un lato, infatti, troviamo comizi e riunioni quasi inesistenti; dall’altro candidati elettorali, ormai diventati “social”, che preferiscono il linguaggio virtuale a quello parlato. Personalmente sento di aver fatto il massimo per informarmi sulle opinioni/idee elettorali e sui vari candidati, ma mi sono sentito oppresso da una situazione locale e italiana che cerca di far passare la politica come un mondo estraneo a un normale cittadino, mascherando ogni avvicinamento a tale sistema. Mi sono chiesto, poi, perché circa 2500 anni fa, ad Atene, una popolazione riusciva a governarsi democraticamente facendo partecipare attivamente alle vicende politiche tutta la cittadinanza, mentre nel 2015, in un mondo globalizzato, si trova difficoltà anche solo ad informarsi sulle vicende politiche. Evoluzione o regresso ? Io lo definirei menefreghismo”.
Davide, elettore 18enne
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