Lucetti (Pd): “Il Ddl sulla Buona Scuola è uno dei provvedimenti più qualificanti di questo Governo”

Fra le debolezze strutturali del nostro Paese quelle legate all’istruzione si presentano particolarmente gravi e da affrontare con urgenza. Per tornare ad avere alti tassi di occupazione, produttività e coesione sociale, gli obiettivi prioritari nazionali ed europei che la scuola italiana deve perseguire(Istruzione e formazione E.T 2020) sono principalmente due: dimezzare il tasso di dispersione scolastica e triplicare il numero di laureati. Attualmente la qualità complessiva del sistema di educazione e formazione risulta insoddisfacente. Le rilevazioni internazionali sul sistema scolastico italiano evidenziano dati che stentano ad avvicinarsi alla media dei risultati degli altri paesi europei. A dimostrarlo ci sono anche i numeri pubblicati dall’ OCSE che ha analizzato le percentuali dedicate all’istruzione; rispetto al totale degli investimenti pubblici di 37 paesi in tutto il mondo è stata proprio l’Italia a spendere meno su scuola, università e ricerca: appena l’8,6% contro una media OCSE del 12,9%. I dati sull’ abbandono precoce dei percorsi educativi nel nostro Paese sono considerati allarmanti sia all’interno del dibattito nazionale che europeo. Gli obiettivi europei per il 2020 impongono una riduzione della disuguaglianza e un innalzamento del livello di istruzione, ma intanto sul web e nelle piazze corre la protesta contro la riforma della scuola. La comparazione tra il sistema scolastico italiano e gli altri sistemi europei è materia ostica per chi ingessato in miopi certezze didattiche-organizzative (derivate dalle riforme degli ultimi decenni, che hanno in comune parzialità e incompletezza) si dimostra impermeabile a qualsiasi idea di cambiamento. Di fronte a riforme e vecchie norme che convivono con deleterie sovrapposizioni causando inefficienza e contraddizioni del sistema, qualcuno preferisce dire no alla riforma .Il ddl sulla Buona Scuola è uno dei provvedimenti più qualificanti dell’azione di questo governo; la realizzazione del progetto comporta lo stanziamento 1 miliardo di euro per quest’anno e 3 miliardi dal prossimo anno. La riforma  si pone l’obiettivo di migliorare la qualità della scuola, valorizzare il lavoro degli insegnanti e realizzare pienamente l’Autonomia scolastica, strumento quest’ ultimo essenziale per l’innalzamento delle competenze degli studenti, per combattere la dispersione e favorire il successo formativo. Grazie all’assunzione a tempo indeterminato di 100.703 precari, il prossimo anno lavoreranno 50.000 insegnanti in più rispetto all’attuale organico di fatto e soprattutto le scuole finalmente avranno un organico funzionale stabile. I docenti che hanno già lavorato per 36 mesi non saranno penalizzati ma continueranno a lavorare su posti vacanti e disponibili . Inoltre, saranno conservati gli scatti di anzianità e verranno investiti ulteriori 200 milioni di euro per premiare il merito degli insegnanti.Per la formazione saranno stanziati 40 milioni e verrà definita per ciascun insegnante una card del valore di 500 euro l’anno per consumi culturali .Fermo restando che il confronto è necessario e la diversità di posizioni sacrosanta, è opportuno discutere su temi reali e non su ipotesi che non hanno un riscontro concreto ma insistono su battaglie ideologiche che mirano alla salvaguardia della conservazione di un sistema ormai anacronistico, spento ed esaurito.  Da una parte la paura del cambiamento, dall’altra un progetto libero da pregiudizi e sindacalismi ; da una parte uno scontro politico e sindacale che cavalca il disagio dei precari, dall’altra la lettura oggettiva dei bisogni della scuola e la disponibilità al dialogo ( non un decreto legge ma un disegno di legge per dare spazio alla discussione ) .Il ddl è sicuramente ancora migliorabile, ma ha imboccato la strada giusta per far crescere il Paese e realizzare la Buona Scuola.

Cristina Lucetti Resp. Istruzione Unione Comunale PD Livorno

 

 

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