Ecco il Festival dell’umorismo

di Giulia Vicari

Si svolgerà a Livorno dal 25 al 27 settembre il Senso del Ridicolo, primo festival italiano sull’umorismo, sulla comicità e sulla satira. Promosso dalla Fondazione Livorno, con la collaborazione del Comune di Livorno e il patrocinio della Regione Toscana, il festival sarà diretto da Stefano Bartezzaghi. In tre giorni di incontri, letture ed eventi nella città più caustica d’Italia, il Senso del Ridicolo s’inoltrerà nel sorprendente e fulminante mondo della comicità.

“L’idea del Festival sull’umorismo nasce dalla sollecitazione di verificare se anche Livorno è possibile mettere in piedi un’esperienza che è presente in modo intenso nel nostro paese”. Così Luciano Barsotti, Presidente della Fondazione Livorno, ha iniziato a raccontare come nasce il Festival dell’umorismo. “Vorrei ringraziare in modo particolare l’amministrazione comunale che si subito è resa disponibile a seguirci in questo progetto, il festival senza il supporto e senza le strutture del Comune non si poteva mettere in piedi. Si è creato un team che ha già iniziato a lavorare per mettere in piedi questa struttura organizzativa. Il festival sarà collocato nella zona della Venezia, perché questi festival hanno la necessità di essere dislocati in uno spazio ben determinato e raggiungibile dalle persone con un percorso pedonale, in questo caso nel quartiere storico di Livorno”. Uno dei motivi che ha spinto a scegliere questo format di festival e seguire modelli già rodati in giro per Italia è proprio l’esperienza che hanno fatto alcuni di essi, nei quali però erano protagoniste le fondazioni.
Fondamentale è il ruolo che in questi festival ha il rapporto con i giovani e con la scuola; infatti ci saranno più di un centinaio di giovani che seguiranno queste iniziative, esperienza importante per loro sia vedere come si muove un festival sia dal punto di vista di utenti del festival stesso. “Si parla di avventura – sottolinea Barsotti – non mi spaventano le nuove iniziative e intraprendere strade nuove. Essendo un presidente in scadenza il prossimo anno potevo risparmiarmi ma invece ho voluto impegnare la fondazione in una operazione culturale dove noi dobbiamo misurarci come struttura e come organizzazione in questa nuova avventura. Penso che riusciremo a creare un evento che metterà le basi per un’operazione che potrà continuare nei prossimi anni”.

Ha poi preso la parola l’assessore alla cultura Fasulo, che afferma di “aver creduto subito in questa proposta non solo perché questo festival si colloca in una città che ha fatto dell’umorismo un elemento distintivo ma anche perché il festival dell’umorismo non è una rassegna ne di cinema ne di teatro ma un momento di riflessione di più ampia”. “Sarà un festival di ampio respiro – continua – che ci auspichiamo avrà una risposta che va oltre la città ma che troverà nella città l’attenzione maggiore. Il Comune si è messo a disposizione anche per la forza lavoro, stiamo cercando di creare una squadra di persone che siano funzionali al festival in tutti i suoi aspetti, si parla di circa 30 persone. Siamo felici che le scuole siano coinvolte da subito, anche attraverso momenti di formazione piochè stiamo investendo molto sui giovanissimi, crediamo veramente che un giovane della scuola media dopo 5 anni, divenuto adolescente, possa rappresentare qualcosa di costruttivo per la comunità.”

Annamaria Tomassi presidente dell’associazione Amici dei Musei, che ha collaborato a questa iniziativa si dichiara emozionata. “L’impegno è quello di far sì che la città accolga bene e sia fiera di questa iniziativa – afferma – che porterà il nome di Livorno fuori dalla cerchia cittadina”

Giulia Cogoli già organizzatrice di alcuni festival (tra cui quello il Festival sulla mente e sulla creatività di Sarzana e il Festival sull’uomo di Pistoia) afferma che “sono i festival culturali che hanno un po’ cambiato il modo di fare cultura in Italia e continuano ad aumentare sia in termini numerici che di pubblico, rispondendo sempre a due principali esigenze che sono da un lato l’approfondimento culturale e dall’altro quello della condivisione. Si fa un festival perché si cerca qualche cosa di approfondimento culturale ma si cerca di farlo insieme a persone simili che voglio riconoscersi in questa similitudine”. “Fatene parte fin da adesso perché sarà speciale – aggiunge – aiuterete la vostra città a diventare ospite di questo festival. Questo festival nasce con uno sguardo lungo però la prima fondamentale esigenza è che sia un festival di Livorno, che la città lo senta suo. La fondazione ha avuto un idea giusta, mancava un festival a Livorno e in questa area della Toscana ed è molto bene che nasca”.

Infine interviene Stefano Bartezzaghi, direttore artistico, dando qualche dettaglio in più e soffermandosi sul fatto che nella tradizione dei festival culturali a Livorno mancava un festival ma all’Italia mancava un festival sull’umorismo. “Ci saranno rassegne di satira – continua – ma questo è un festival dell’umorismo non nel senso in cui Sanremo è il festival della canzone, non è una rassegna di comici per vedere chi è il più bravo ma è un momento di riflessione condotta in modo leggero e condita con momenti di spettacolo”. Quindi parliamo del riso e del senso del ridicolo, ed Il senso del ridico è proprio il titolo di questo festival. “È una frese a doppio o multiplo senso – continua a raccontare Bartezzaghi – perché il senso del ridicolo è quello che vorremmo avere per non cadere nel ridicolo ma il senso del ridicolo è anche quello che vorremmo cogliere per capire quando c’è da ridere, che cosa c’è da ridere e perché lo facciamo. Ho usato il verbo cadere e nel logo si è scelto il simbolo della buccia di banana, perché tutti i manuali di comicità insegnano che il comico nasce quando vedi qualcuno cadere con una buccia di banana che però è anche il simbolo dell’errore, del lapsus, scivolare, qualcosa di incontrollato rispetto a cui gli spettatori reagiscono con la risata”. “Noi vorremmo che questo fosse veramente il festival ad aspirazione nazionale – afferma ancora il direttore artistico – ma soprattutto per la città di Livorno. In seguito ci sarà una comunicazione più dettagliata, ma il programma prevede una serie incontri e appuntamenti in cui si alternano momenti di riflessione leggera e momenti di spettacolo e intrattenimento; mi piacerebbe coinvolgere la città non soltanto dal punto di vista dei cittadini ma anche dal punto di vista di luoghi fisici. Ho visto luoghi in riallestimento, luoghi unici che avete soltanto voi, noi ce la mettiamo tutta e speriamo che la mettiate anche voi!”.

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