Palazzo Maurogordato: quando occupare diventa una necessità
Partiamo da un dato di fatto: Livorno non può più permettersi di rimandare una seria e concreta analisi di tutto ciò che riguarda i concetti di abitare sociale ed emergenza abitativa.
I dati parlano chiaro con un aumento del numero di sfratti per morosità incolpevole e di chi non riesce ad aver garantito un diritto inalienabile come quello alla casa. Sono sempre di più infatti le persone costrette a vivere in dimensioni di totale precarietà abitativa che in molti casi si traduce in vera e propria assenza di un tetto sopra la testa.
Negli anni, sia le politiche del cosiddetto “abitare sociale”, legate a doppio filo ai piani di recupero, che le soluzioni tampone dell’emergenza abitativa, mai orientate a un piano progettuale strutturato, hanno fallito al loro compito primario : trasformare una situazione di svantaggio e squilibrio in una di vantaggio ed equilibrio.
In un’auspicabile dimensione di politiche sociali, infatti, non è l’abitante ad adattarsi ad un mercato già definito ma il mercato che si adatta alle esigenze dell’abitante ristabilendo l’equilibrio nel confronto tra rendita e sopravvivenza.
In quest’ottica, secondo noi, deve essere letta l’occupazione da parte di alcune famiglie del palazzo Maurogordato sugli Scali D’Azeglio. Alla necessità e alla sopravvivenza non possiamo rispondere solo con la burocratica e kafkiana legalità d’ufficio.
Servono soluzioni e livelli progettuali in grado di ribaltare il paradigma speculativo che da troppi anni attanaglia questo territorio. Servono gli spazi, siano essi strutture abitative, caserme demaniali, sedi circoscrizionali, strutture private lasciate al degrado e all’incuria del tempo. Serve un vero e concreto censimento di tutto il patrimonio pubblico. Serve il coraggio di rompere uno schema rifiutando di subire passivamente una congiuntura storica che tra patto di stabilità, riforme regionali e vincoli territoriali, sta ormai stringendo sempre di più il cappio delle classi meno abbienti.
Livorno non può più permettersi di tenere la testa sotto la polvere di macerie e spazi vuoti. I vuoti non devono essere resi ma riempiti.
Marco Bruciati – Gruppo Consiliare Buongiorno Livorno
Direttivo #BuongiornoLivorno
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