Chetoni, preparatore dai muscoli amaranto: “Lavorare qui è un sogno che si avvera”

Giacomo ha inventato anche un APP per chi volesse tenersi in allenamento dal nome "Training Together"

di rcampopiano

Avere la possibilità a soltanto 26 anni di lavorare per la squadra di calcio della tua città a coronamento di un sogno che avevi fin da bambino. Ecco, la storia di Giacomo Chetoni, livornese doc, potrebbe essere riassunta in queste poche righe. Fin da bambino aveva l’amaranto nel cuore e sognava un giorno di poter calcare il Picchi da giocatore. Una volta che questa strada non era percorribile, non si è perso d’animo e lavorando sodo è arrivato a diventare il preparatore atletico degli amaranto. Un grazie lo deve spendere sicuramente per Gelain che ha creduto fin da subito nelle sue potenzialità e dalla Primavera lo ha voluto con sé tra i “big”. Giacomo non si è fatto sfuggire l’occasione e ha portato all’interno nel gruppo quella livornesità che con Ceccherini, Gonnelli, Moscati, Mazzoni e Luci non poteva che aumentare.

Giacomo, come ti sei avvicinato al mondo del calcio?
“Ho giocato a calcio tra i dilettanti e sono arrivato fino alla Promozione. Dopo mi sono messo a studiare scienze motorie all’università di Pisa. Ho finito i tre anni e ora sto prendendo la laurea magistrale. Nel mentre ho conseguito un Master a Verona dal titolo ‘Master in teorie e tecniche della preparazione atletica nel calcio'”.

Da quanto sei al Livorno e che squadre hai “allenato”?
“Ormai sono sei anni. Ho cominciato con la Beretti per poi passare ad Allievi e Giovanissimi. L’anno scorso ero con la Primavera e quest’anno ho seguito Gelain sia in Primavera che con la prima squadra”.

Un grazie a Gelain che mi sta facendo vivere questa avventura. Un segreto? Ascoltare i ragazzi il più possibile

Com’è nato il rapporto con Gelain?
“Già lo conoscevo dai tempi di Nicola, ma da quest’anno il nostro rapporto si è molto intensificato. Io, in Primavera, facevo anche da secondo e gli ho fatto leggere la tesi che ho presentato al corso per il patentino di Uefa B. Lui mi ha spiegato la sua visione e ci siamo capiti al volo. Il mister è una persona che ha una grande cultura del lavoro, cosa che oggi in Italia non si vede molto. Io ho coronato il mio sogno e spero di dare il mio contributo affinché la squadra possa andare in serie A”.

Il tuo segreto per allenare i ragazzi?
“Tendo ad ascoltarli il più possibile e anch’io credo molto nella cultura del lavoro. E’ importante lavorare molto dal punto di vista psicologico e noi cerchiamo di venire incontro ai giocatori il più possibile. Poi ho anche imparato dal mister visto che lui è uno che non si staccherebbe mai dal suo lavoro”.

C’è un giocatore con il quale hai instaurato un rapporto migliore?
“Sono tutti dei bravissimi ragazzi e ho un buon rapporto con tutti. Magari seguo con più attenzione i ragazzi che salgono su dalla Primavera perché hanno bisogno di maggiore sostegno. In prima squadra un ragazzo che si impegna tantissimo e che ha grande voglia di imparare è Gonnelli”.

Che differenze hai trovato tra Primavera e prima squadra?
“Tantissime a cominciare dalla gestione diversa della squadra. Devi imparare a gestire persone che hanno vinto campionati. Con la Primavera tutti i ragazzi si mettono a disposizione e te sei un punto di riferimento e ti danno del lei mentre qui ti parlano normalmente. Tutti comunque hanno rispetto verso il tuo lavoro e questa una cosa molto bella”.

L’IMMAGINE ICONA DELLA APP DI CHETONI

E’ vero che hai creato un’applicazione?
“Esatto. Si chiama Training Together (qui la descrizione completa). Parla di allenamento e di un metodo di lavoro che utilizzo io della durata di un anno e che può essere incrementato. Ci sono sei livelli di difficoltà e può trasformare una persona che non ha mai fatto attività fisica in un atleta. Il tutto nasce dagli studi che ho fatto ed è stata creata anche per prevenire infortuni per chi fa attività sportiva. Al momento è disponibile solo per Apple Store, ma spero di metterla il prima possibile su Android”.

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