Come scrivere il CV, le 3 preziose regole di V.E.R.A. Consulting

a cura di MATTEO GRITTI di  V.E.R.A. Consulting

La ricerca del lavoro è un’attività sempre più impegnativa e complessa, scrivere il proprio Curriculum Vitae rappresenta la prima “sfida” da vincere! Occorre ricordare che il primo obiettivo di un CV è quello di NON farsi scartare… e solo il secondo obiettivo è quello di presentarvi nel modo più attraente e coerente con le attese di chi lo leggerà. Cominciamo quindi da ciò che generalmente diamo per scontato e spesso, proprio per questo, dimentichiamo.

Le 3 regole per NON essere scartati:

1) Il CV deve apparire ordinato, leggibile, curato e sintetico! Dividete quindi il testo in paragrafi. La struttura più diffusa ed efficace prevede un’intestazione (“CV di Nome e Cognome”), il paragrafo “Informazioni personali”, le “Esperienze lavorative”, l’“Istruzione e formazione” ed eventualmente le “Competenze e capacità sviluppate” e gli “Interessi ed attività extra-lavorative” o “Altre esperienze formative”. L’intestazione, al centro della pagina o allineata a sinistra, è scritta con un carattere di dimensione 12 o 13, generalmente in grassetto, i titoli dei paragrafi, generalmente allineati a sinistra, sono scritti con una dimensione di 1 punto inferiore, 12 o 11, e il testo restante con una dimensione di 11 o 10 punti. Tra l’intestazione e il resto lasciate uno spazio di almeno 3 righe ed almeno due righe tra un paragrafo e il successivo; lasciate solo una riga tra le diverse informazioni contenute nello stesso paragrafo. Fate attenzione che tutti i titoli siano allineati tra loro e così il testo contenuto nei paragrafi; se desiderate utilizzare i punti elenco fate attenzione alla sobrietà grafica (trattini, semplici “pallini” o “quadratini” andranno bene) ed all’allineamento tra diversi elenchi in punti diversi del CV (rientri della stessa misura). Ri-leggetelo e fatelo ri-leggere a qualcun altro per eliminare qualsiasi errore ortografico o di battitura. Fate stare tutto in massimo due facciate di formato A4 (scrivete di più solo se avete una storia lavorativa di più di 15 anni e con molte esperienze diverse); apprezzati (soprattutto per i giovani neo-diplomati o neo-laureati) i CV che occupano solo una facciata.

2) Il CV deve contenere, in maniera chiara ed evidente, tutte le informazioni utili ad essere contattati facilmente: indirizzo di residenza o domicilio, numeri di telefono fisso e/o mobile (se il CV è su più pagine potete inserirlo in piccolo, in basso, su ciascuna pagina per facilitare il selezionatore). La data di nascita può essere omessa (per legge). Tuttavia, non metterla, generalmente, induce a far scartare il CV (decidete voi…). Apprezzata l’informazione del luogo di nascita.

3) Il CV deve obbligatoriamente contenere, alla fine, la frase corretta che autorizza il destinatario al trattamento dei vostri dati personali. Un paio di esempi: “Autorizzo il trattamento dei dati personali contenuti nel mio curriculum vitae in base art. 13 del D. Lgs. 196/2003” oppure “Ai sensi dell’Art. 13, D. Lgs. n. 196 / 2003 e previa conoscenza dei miei diritti in accordo con l’Art. 7 del suddetto decreto, dichiaro il consenso al trattamento dei miei dati personali per le finalità connesse alla ricerca e selezione di personale”. Quest’ultima versione è da utilizzare se, effettivamente, il destinatario del vostro CV ha reso disponibile ed accessibile almeno una versione ridotta dell’Informativa sulla Privacy. Curiosità: in realtà, nella maggior parte dei casi, questa dicitura non sarebbe richiesta dalla legge, MA è giudicata indispensabile dalle Aziende e dalle Agenzie per il lavoro. Per i CV inviati all’estero generalmente NON occorre alcuna autorizzazione! Tuttavia, per esempio, negli Stati Uniti non vanno inserite nel CV le informazioni che possono permettere discriminazioni: la data di nascita, il genere (maschio o femmina) e la nazionalità (tantomeno il luogo di nascita).

Le 3 regole per essere scelti:

4) Il CV deve presentare le informazioni secondo l’ordine di importanza (il valore) che esse hanno per il destinatario (… non per voi!). Personalizzate, dunque, il vostro CV in funzione della posizione e dell’Azienda “bersaglio” della vostra candidatura. Mettete in ordine i blocchi di informazioni (paragrafi) in funzione del valore che ritenete abbiano per il destinatario: dopo le “Informazioni personali” cominciate con le “Esperienze lavorative” quando sono coerenti con la posizione o il settore “bersaglio”. Ad ogni modo, generalmente, si comincia con le esperienze lavorative quando si può citare collaborazioni sufficientemente lunghe (almeno 6 mesi) e significative. Viene valutata la notorietà e la reputazione (buona!) del datore di lavoro (anche localmente) ed il livello di complessità/responsabilità delle mansioni svolte (alcuni aspetti comunemente considerati “di responsabilità”: relazionarsi con il pubblico, gestire dati e informazioni importanti, utilizzare strumenti di lavoro che richiedono una specifica competenza “tecnica”, coordinare e/o supervisionare altre persone, utilizzare conoscenze specialistiche, ecc.). L’ordine con cui le esperienze lavorative vanno presentate è generalmente quello cronologico decrescente, dalla più recente alla più lontana nel tempo. Tuttavia, anche in questo caso, vale il criterio della coerenza con la posizione/Azienda “bersaglio”. Nel caso vi siano una o più esperienze lavorative lontane nel tempo ma oggettivamente più “interessanti”, per il destinatario, di quelle più recenti è consigliabile creare un paragrafo dal titolo “Esperienze lavorative più significative” o “Esperienze lavorative più coerenti con la posizione ricercata”, metterlo all’inizio del CV e inserirle qui (ovviamente sempre in ordine di tempo “decrescente” tra di loro). Seguirà un paragrafo “Altre esperienze lavorative”, dove le indicherete sempre in ordine cronologico decrescente.

In tutti gli altri casi iniziate con il paragrafo “Istruzione e formazione”. In questo caso l’ordine temporale decrescente (dal più recente al più distante nel tempo) è utilizzato sempre quando si tratta di istruzione e formazione che vi ha permesso di conseguire un titolo con “valore legale”1 (vedi nota). Solitamente le altre esperienze di studio e di formazione che non possiedono valore legale vengono elencate per ultime o nell’ambito di un paragrafo dedicato (“Altre esperienze formative”). Potete, invece, indicare per prime queste esperienze formative (prive di titoli con valore legale) solamente quando sono rilevanti rispetto alla posizione/Azienda “bersaglio” della vostra candidatura (in relazione alla notorietà ed alla reputazione dell’ente o Azienda privata che li ha rilasciati oppure alla significatività dei contenuti della formazione).

5) Il CV deve presentare le informazioni con chiarezza, sintesi e omogeneità. Nei diversi paragrafi le informazioni sono organizzate secondo uno schema che deve ripetersi identico in tutto il CV. Scegliete se utilizzare semplicemente i rientri (per es. tutte le date allineate a sinistra, verso il margine della pagina, e il resto del testo rientrato di 3 cm. ca.) e gli spazi tra le righe e tra i diversi paragrafi oppure utilizzare una tabella di Word (invisibile) o una “griglia” (visibile, con tratto fine, 0,75 pt. e linea colore grigio scuro). Nel paragrafo delle “Esperienze lavorative” dovrete indicare, per prima cosa, il periodo di tempo a cui si riferisce l’esperienza citata (meglio date precise, gg/mm/aaaa, o almeno i mesi e l’anno) e accanto la ragione sociale (o il nome commerciale o “insegna”) del datore di lavoro, Azienda, negozio, ecc. (se è disponibile a fornire informazioni positive su di voi, indicate “referenze disponibili su richiesta”). Nella riga successiva indicherete la posizione o il ruolo ricoperto ed una descrizione sintetica dei compiti svolti e/o delle responsabilità gestite. Nel paragrafo dedicato all’”Istruzione e formazione” potete indicare, per prima cosa, l’anno (per l’istruzione universitaria si indica la data completa), in cui avete conseguito i titoli indicati ed accanto il titolo conseguito (Qualifica, Diploma di…, ecc.) e la valutazione ottenuta (solo se positiva = almeno 90% ca. del massimo, altrimenti diventa un motivo per scartare il CV a priori). Alla riga successiva il nome della Scuola, Ente o istituzione, ecc. che ha rilasciato questo titolo e poi STOP. Nel caso siate tentati di inserire anche descrizioni articolate relative alle materie studiate, gli esami sostenuti, ecc., semplicemente resistete alla tentazione e leggete il punto successivo!

6) Il CV deve presentare degli elementi distintivi ed originali della vostra candidatura (prima di tutto la “lettera” o l’e-mail di accompagnamento). Abbiamo già suggerito che il CV sia costruito o, perlomeno, adattato, di volta in volta per una specifica candidatura e, dunque, una specifica Azienda, settore, posizione “bersaglio”. Ora, per aumentare le probabilità di essere scelti (per un successivo approfondimento) occorre distinguersi dagli altri attraverso alcuni elementi di informazione e/o “grafici” che siano unici ed originali. Il primo elemento di distinzione è proprio la lettera di accompagnamento o l’e-mail che invierete all’Agenzia per il Lavoro o al datore di lavoro insieme al CV. Nella lettera o e-mail ci sarà l’intestazione dell’Azienda o Agenzia a cui vi rivolgete e, nel testo, la motivazione (autentica! Il bluff viene scoperto nelle fasi successive della selezione) che rende la vostra candidatura più coerente possibile con la posizione cercata. In poche righe (ancora meno nella e-mail), dovete rispondere alla domanda: “perché questa persona desidera lavorare qui o in questa posizione?”. Le risposte più apprezzate saranno quelle vere!

Un altro elemento di originalità è rappresentato dai paragrafi, collocati generalmente alla fine del CV, intitolati “Competenze e capacità sviluppate”, “Interessi ed attività extra-lavorative” o “Altre esperienze formative”. In questi “spazi” potete parlare di voi in modo più personale, fatelo sempre con equilibrio (bilanciate modestia e sicurezza) e il dono della sintesi. Per le competenze cominciate con la definizione della competenza acquisita/sviluppata, ad esempio “Capacità di conduzione di un gruppo” o “Leadership” e accanto indicate la natura e la “dimensione” (in riferimento al tempo e/o alla frequenza) dell’esperienza che vi ha permesso di sviluppare questa competenza (ad es. “Direzione del coro XY per tre anni” o “Allenatore di una squadra amatoriale di basket dal 2008 ad oggi”). Anche per quanto riguarda gli interessi e le passioni extra-lavorative siate telegrafici ed evidenziate sempre gli elementi originali di ciò che descrivete (ad es. “Appassionato di cinema fantasy e fantascientifico, partecipo con entusiasmo tutti gli anni al Fantafestival di Roma” è molto meglio che scrivere “Appassionato di cinema” o “Hobbies: andare al cinema”). Esiste anche la possibilità di “differenziare” il proprio CV con alcuni elementi “visuali”, tuttavia questo deve essere fatto con grande prudenza e sobrietà. Se desiderate inserire la vostra foto, utilizzate una foto in primo piano, sobria ed, ovviamente, di buona qualità. Potete altresì utilizzare un colore diverso dal nero per l’intestazione o i titoli dei paragrafi ma fate attenzione a NON utilizzare colori troppo accesi o colori non graditi al vostro destinatario (colori che fanno esplicito riferimento ad un concorrente).

Questo è (quasi) tutto, in bocca al lupo e preparatevi per i colloqui!

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