Franceschi, gli Europei ti attendono: “Spero di nuotare in una finale”

Di sole e d’azzurro, cantava Giorgia nel 2001 a Sanremo: il sole che tutti i giorni riflette sul talento di Sara Franceschi (Nuoto Livorno) nella piscina olimpica di Pontedera dove sta preparando gli Europei Juniores (causa lavori di ristrutturazione alle piscine comunali livornesi), l’azzurro colore nazionale che le dona tantissimo e che dal 9 al 13 luglio l’allieva di Alessandro Spoleti (e figlia d’arte del tecnico di Turrini, De Memme, Ferretti, Masini Luccetti e Bozonello) cercherà di portare il più in alto possibile tra le corsie di Dordrecht (Olanda).  Nella crescita di un nuotatore, infatti, gli Eurojunior rappresentano una tappa importante. Non fondamentale, ma senza dubbio ricca di sensazioni che poi una ragazza di 15 anni ritroverà sottoforma di esperienza nel percorso Assoluto.

Sara, dopo i test in Ucraina e al 5 Nazioni in Russia ecco l’appuntamento clou della stagione: con quali obiettivi e motivazioni lo affronterai?
“Riuscire a nuotare una finale sarebbe fantastico; si tratterà della mia prima avventura in un Europeo Juniores e di conseguenza mi troverò a gareggiare contro avversarie anche più grandi. Non che questo mi spaventi, anzi, anche perché ho già provato le brezza di sfidare le top swimmers italiane e straniere agli Assoluti Primaverili e al Foro Italico”.

Duecento e 400 misti, quale distanza senti più tua?
“Entrambe, per motivi diversi: la prima è quella dove fino a oggi ho raccolto di più a livello di risultati (quasi medaglia in aprile ai trials e oro condito da Record Italiano cat. Ragazze nel 2013 in Coppa Co.Me.N., ndr), mentre la seconda per il semplice fatto che è la gara più completa del nuoto, il mio meraviglioso sport”.

Nell’ultimo anno sei cresciuta tantissimo, spalancando appunto la porta delle finali prima agli Assoluti Primaverili e poi al Trofeo “Sette Colli” nei 200 Misti: ti aspettavi un salto di qualità così rapido?
“Nonostante la squalifica, mai avrei pensato di salire sul podio. Magari di entrare tra le prima 8 d’Italia, migliorando la Finale B di un anno fa, ma non certo di salire sul podio. Ora, però, dovrò esser brava a rimanerci tra le grandi”.

Portacolori di una società da sempre serbatoio delle nazionali azzurre, che tipo di segreto si cela dietro alla Nuoto Livorno?
“L’ambiente che si respira, e il merito è diviso un po’ tra tutti: atleti, allenatori, persone che vogliono bene e lavorano per il club… Un ambiente che ti permette di nuotare in armonia e crescere tra un allenamento e l’altro, sempre con il sorriso sulla bocca. E per divertimento intendo lo “scozzo agonistico” quotidiano con i compagni di squadra. I miei amici…”.

C’è uno (o più) nuotatori al quale t’ispiri?
“Guardando alla nostra prima squadra senza alcun dubbio Federico Turrini, il miglior mistista italiano. E poi come non citare Katinka Hosszù: mio padre da Herning tornò con una sua cuffia per me e poche settimane fa al “Sette Colli” ci ho gareggiato insieme. E’ un’atleta incredibile, un esempio”.

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